Comunicato stampa – Barbara Serafini, Ufficio Stampa e Relazioni Media gruppo “Guardia sei tu”
Il territorio interessato dal progetto ha un’alta valenza archeologica e non può subire tale scempio
Una minaccia incombe sul territorio titernino e va ad allertare i cittadini di Guardia Sanframondi. Il 29 marzo è stato presentato un progetto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che prevede la realizzazione di un impianto eolico costituito da 8 aerogeneratori, ognuno dell’altezza di 200 metri e della potenza di 6,2 MW. Le possenti pale eoliche andrebbero a realizzarsi nei comuni di Guardia Sanframondi, San Lupo, San Lorenzo Maggiore, Pontelandolfo, Cerreto Sannita e Casalduni. Il territorio di Guardia, nello specifico, vedrebbe interessare l’area a ridosso del laghetto.
Forte e deciso è il no del gruppo consiliare di opposizione Guardia sei tu che subito ha inoltrato al primo cittadino una interrogazione volta a comprendere la posizione dell’Amministrazione Comunale al riguardo e nella quale si chiede la convocazione di un Consiglio Comunale, in seduta straordinaria e urgente, con un punto all’ordine del giorno che riguardi la minaccia dell’impianto eolico sul territorio comunale e limitrofo.
“Guardia e tutti i comuni coinvolti subirebbero uno scempio di enorme portata” – dichiara compatto il gruppo di opposizione. “La pale eoliche andrebbero a realizzarsi proprio alle spalle del paese, fattore che avrebbe un impatto devastante sia sul profilo paesaggistico e ambientale sia sul piano della promozione turistica e culturale della cittadina sannita”.
Cultura, turismo e paesaggio sono da sempre i punti cardine della compagine guidata da Gabriele Sebastianelli. Il nostro territorio, che da tempo promuove le sue eccellenze naturalistiche ed enogastronomiche e che in diverse occasioni è salito alla ribalta nazionale e internazionale grazie a tali eccellenze, subirebbe un notevole smacco proprio dal punto di vista turistico. Non solo. L’area interessata dalla costruzione dei molossi eolici ha tanto da raccontare e restituire in fatto storico e archeologico.
Diverse campagne di scavo risalenti al XIX secolo, infatti, hanno portato alla luce due esemplari di mandorla di Chelles, scheggia di quarzite levigata dall’uomo primitivo che probabilmente veniva usata per squartare e scuoiare animali e oggi conservate al Museo della Società Antropologica di Parigi, ma anche utensili e resti di vasellame in argilla, che riportano al Neolitico o addirittura al Paleolitico e che testimoniano la presenza dell’uomo nella zona sin dall’epoca preistorica. Uno dei ritrovamenti più interessanti riguarda la tomba di un guerriero sannita, completo della sua armatura. E ancora, nello specifico del territorio guardiese interessato dalla costituzione della pala eolica, tra Sant’Antuono e l’Oasi faunistica, sono stati rinvenuti 9 dolmen, contenenti resti umani e oggetti di bronzo.
“Considerato che il termine ultimo per presentare osservazioni alla Soprintendenza Archeologica delle belle arti per le province di Caserta e Benevento è fissato per il prossimo 28 aprile, c’è assoluta urgenza di agire celermente per fermare questa macchina che nuocerebbe parecchio al nostro paese” – prosegue il gruppo Guardia sei tu – Vista l’importanza dal punto di vista storico e culturale, ci auguriamo che il parere di competenza archeologica sia negativo. Non può che essere così! Più che a un parco eolico bisognerebbe immaginare un parco archeologico per guardare alla fortuna dell’intero territorio, piuttosto che fare la fortuna di pochi”.
Già nel 2016 l’Amministrazione Panza aveva espresso, con propria delibera, la ferma opposizione all’installazione di impianti eolici nel proprio territorio, condividendo e approvando la mozione sottoscritta dalla conferenza dei sindaci facenti parte della Comunità Montana del Titerno e Alto Tammaro, in cui si chiedeva la sospensione di detti impianti.
“È necessario che il Comune di Guardia esprima a gran voce il proprio parere negativo – concludono i consiglieri – Non si aspetti che sia troppo tardi. Il nostro territorio, i cittadini non possono pagare ingiustamente gli effetti devastanti di tale disastro annunciato”.