Quella andata in scena martedì è stata una farsa senza precedenti. Un teatrino straordinario. Come noto, avevamo richiesto al Sindaco e a S.E. Ill.ma il Prefetto di differire la consultazione pubblica, sia per ragioni di sicurezza che di procedura. Niente. La consultazione c’è stata. Anche se risulta difficile poterla definire consultazione. Nessuno ha consultato nessuno, anzi.
Tanto per iniziare si ci è riuniti in una situazione emergenziale, in un giorno infelice poiché infrasettimanale, in una struttura sprovvista di qualsivoglia certificazione di sanificazione, anche perché mai eseguita nell’Abbazia.
I presenti erano circa 20. Tra questi, vanno tolti una quindicina tra amministratori e dipendenti comunali. Il teatrino vergognoso consumatosi ieri ha visto nientepopodimeno che la consultazione con 5/6 cittadini. D’altronde, questo era lo scopo perseguito.
Annullare la partecipazione, evadere l’adempimento. Sic et simpliciter. Quello di martedì è stato il punto più basso del governo Romano in termini di confronto popolare. Già nell’ordinaria amministrazione il popolo viene tenuto ben distante dalla res publica, ma col PUC si auspicava un maggior dibattito, un confronto schietto tra realtà e aspettative, nell’ottica della opportuna e funzionale pianificazione urbanistica. Il flop era scontato, e lo avevamo annunciato, ma soprattutto era voluto. Dietro si cela la solida volontà, accompagnata da improvvide e assurde scelte, di imperare ed imporre se stessi e le proprie nefaste politiche.
Nel merito, non si è parlato praticamente di nulla.
Non si sono illustrate mappe, non hanno provveduto a spiegare tavole o allegati tecnici. Hanno riproposto la minestra scaldata della prima consultazione. Non si è parlato di territorio, né di politiche di promozione e sviluppo dello stesso. Si predilige la massiccia edilizia invenduta allo sviluppo delle risorse locali. Unità abitative in luogo di idee e fattori d’attrazione. Il PUC, o meglio, la strategia amministrativa direttrice dello strumento di pianificazione, è triste e scontata, quasi più dei governanti.
È stata svilita la portata socio-economica del PUC, e la sua dinamica futuristica, atteso che il prossimo si redigerà tra 40 anni. Tant’è vero che è lo stesso PUC degli anni Ottanta, con qualche spunto del piano urbanistico di Telese. Una divertente opera di collage, malriuscita però. Purtroppo, queste sono le direttive della Giunta.
L’aspetto più grave della vicenda, più della inopportuna pianificazione, è l’aver leso il sacrosanto diritto di partecipazione dei cittadini, e sbeffeggiarli con mezzi insulsi. Nessun confronto equivale a nessuna osservazione. Questo è quanto. Ma è quanto basta. Per loro.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Consigliere Abitabile Alfonso