Comunicato Stampa – Giovanni Pio Marenna
Azione Cattolica, la speranza al centro dell’Assemblea d’inizio anno tra lectio, segni concreti lanciati sul tema del lavoro e l’intervista-testimonianza alla responsabile “Ricerca e Sviluppo” de “La Guardiense” Titina Pigna
“L’amore gratuito e incondizionato che ci indica Gesù è un amore al di là del tempo che passa. Quell’amore è un leggere il presente alla luce del futuro. Sapendo di essere imperfetti, sapendo che dovremo coltivare dei dubbi e interrogarci continuamente. Ma sempre, tutto questo, con passione, con amore”. Lo ha affermato con la forza del sorriso fiducioso e contagioso don Alessandro Valentino, assistente unitario regionale AC Campania nel corso del suo intervento, a commento del Vangelo dell’anno associativo (“Andate dunque”, Mt 28, 16-20) nell’Assemblea diocesana di Azione Cattolica d’inizio anno, svoltasi a Guardia Sanframondi presso la Cantina Sociale “La Guardiense”.
E lo stesso futuro dell’AC che verrà, attraverso coloro a cui verrà passato il testimone delle responsabilità il prossimo anno, va letto a partire dal presente che si vive e costruisce. Il contesto del presente che si sta vivendo, ha ricordato il presidente diocesano dell’AC Giovanni Pio Marenna, non è semplice, è costellato di tanta delicatezza, fatiche, drammi e sofferenze. Basti pensare ad una pace che non si riesce a raggiungere in Ucraina e alle tante guerre sparse nel mondo, alcune sconosciute e dimenticate, alla conseguente crisi economica ed energetica che si sta affacciando sempre di più, all’aumento spaventoso delle povertà (come attestato anche negli ultimi giorni da Caritas Italiana e Eurostat).
“Con un quadro futuro che – ha sottolineato Marenna – apre purtroppo ad ipotesi di prospettive destinate a peggiorare, secondo la maggiorparte degli analisti, è ancora una volta Gesù a ricordarci di non perdere la speranza anche di fronte a situazioni totalmente complicate e disperate. Non perdere la speranza significa impegnarsi a costruirla e trasmetterla, significa innaffiarla di segni di speranza. Dobbiamo sempre, quotidianamente, senza stancarci mai, attrezzarci per solcare strade nuove e pensieri rinnovati, per poter consegnare, a nostra volta, tesori preziosi. Il domani non inizia mai direttamente nel futuro, ma parte sempre dalle scelte che si fanno nel qui ed ora. L’invito rivolto da Gesù ai discepoli di ieri continua a riecheggiare nella Chiesa di oggi: avere il coraggio di allargare gli orizzonti e di percorrere ogni angolo del nostro paese per raccontare e costruire una speranza nuova. Sperare con responsabilità vuol dire proprio questo”. Su questo solco l’Azione Cattolica vuole provare a dare dei segnali concreti sul tema del lavoro, attraverso itinerari formativi e gesti concreti.
E per questo, nel corso dell’Assemblea diocesana, ha presentato il progetto diocesano “Giovani e Lavoro” (partito 3 anni e coordinato insieme agli Uffici del Progetto Policoro – Caritas – Pastorale Sociale e del Lavoro e Pastorale Giovanile – e della Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico) e il progetto “APPost’!” (con il quale è risultata tra i vincitori del contest nazionale “Parrocchie ecologiche”, promosso dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, e vogliamo provare a fare nostro l’invito del “Manifesto dell’Alleanza” dell’ultima Settimana Sociale 2021 di Taranto). Mariateresa Palmieri, segretaria diocesana del Movimento Studenti di AC, ed Ennio Salomone, responsabile web, hanno illustrato i due progetti anche attraverso un powerpoint, sottolineando un principio comune delle due progettualità: su nodi cruciali e delicati quali, per esempio, il lavoro e l’ambiente è possibile stringere nuove alleanze educative nei territori tra tutti gli attori sociali presenti che già si occupano o che hanno a cuore tali fondamentali questioni. Al termine della breve presentazione, l’Assemblea dei soci ha potuto ascoltare un’intervista-testimonianza a Titina Pigna, responsabile “Ricerca e Sviluppo” de “La Guardiense”, che, guidata da Domizio Pigna, il mese scorso è entrata nella classifica de “Il Sole 24 Ore”, raggiungendo il 96° posto fra le 100 eccellenze italiane tra le aziende vitivinicole. Protagonista assoluta della prima zonazione viticola in Campania e unica new entry a rappresentare il Sud Italia, Pigna ha, prima di tutto, portato il nastro del racconto all’indietro, agli inizi della Cantina Sociale nel 1960.
Le sue memorie di vita sono intimamente legate alla cooperativa, attualmente la più grande del sud Italia con 1.500 ettari di vigneti e 200.000 quintali di uve prodotte ogni anno, perlopiù di Falanghina e Aglianico ma anche di Fiano, Greco e Coda di Volpe (per sette milioni di bottiglie che finiscono sul mercato), che fu fondata in quell’anno dal padre insieme ad altri 33 soci, con lungimiranza e coraggio. Rappresentando la viticultura, per Guardia e paesi limitrofi, una risorsa economica, sociale e comunitaria che ha inciso sulle sorti del territorio, “La Guardiense” ha scelto, con decisione, di investire in tecnologia e qualità, puntando sulle peculiarità del proprio territorio. Difesa del suolo, sperimentazioni sociali per arginare gli effetti del cambiamento climatico e per rivitalizzare il suolo per produzioni sostenibili, supporti digitali e georeferenziati.
Nuovi traguardi innovatori che hanno permesso ai vini del Sannio di essere testimoni di una terra da raccontare. Il tutto partendo sempre da una base: imparare, di volta in volta, a leggere il territorio. “Mio padre mi ricordava sempre – ha raccontato Titina Pigna – che il benessere, nel senso del bene di e per tutti, non si difende, ma si diffonde”. Affinchè i tanti modelli positivi ed esempi buoni che esistono sul nostro territorio possano venire sempre più alla luce, in superficie, essere conosciuti, le loro buone pratiche imitate ed essere d’incoraggiamento per tutti. Il risultato più importante, oggi, per “La Guardiense” è, probabilmente, quello di una cantina sociale capace di farsi carico di un intero territorio, o quasi, interpretando un ruolo che va ben al di là di quello di una semplice cantina, a partire proprio dalla tutela dell’ambiente, ben rappresentato dalla certificazione di sostenibilità ambientale ottenuta 4 anni fa. Una responsabilità che va ben oltre il vino. Un segno di speranza sul e per il territorio che parte o riparte anche da tutto questo.