Quindici donne, quindici amministratrici che hanno a cuore la scuola dei loro figli e della propria comunità, quindici donne, moglie, mamme, amiche, sorelle che fanno parte della Consulta sovracomunale delle donne della Valle Telesina e che hanno inviato una lettera al Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Sono Giulia Falato di Guardia Sanframondi, Filomena Di Mezza di Telese Terme, Teresa Rapuano di Torrecuso, Maria Fatima Simeone di Ponte, Lucia Vaccarella di San Salvatore Telesino, Mariangela Di Cerbo di Dugenta, Nadia Palmieri di Faicchio, Lina Caruso di Solopaca, Maria Concetta Petrillo di Cusano Mutri, Annamaria Parente di Amorosi, Roberta Conti di San Lorenzo Maggiore, Carmelina Mannato di Pietraroja, Concetta Di Palma di San Lupo, Anna Franco di Puglianello e Antonella Simone di Castelvenere. Ecco cosa hanno scritto nella loro missiva al Ministro Azzolina: “L’emergenza COVID ha costretto la scuola a sospendere le attività scolastiche in sede, ripiegando per una didattica a distanza, scelta che non può ritenersi né vincente né produttiva di profitto per i nostri studenti. Una soluzione emergenziale, che seguiva ad eventi imprevedibili ed eccezionali, ha ‘giustificato’ con pochissime attenuanti, questa forma di scuola ma non potrà e non dovrà essere la soluzione per il prossimo anno scolastico. Nondimeno potrà trovare ingresso la formula della didattica a distanza, alternata alla didattica in sede”.
Le amministratrici sottolineano quanto la didattica a distanza sia inconciliabile con gli impegni lavorativi delle famiglie, quanto sia dispendioso e complesso crearne le infrastrutture adeguate per la realizzazione nel nostro Paese, quanto riduca il contatto sociale, la sua incompatibilità con le esigenze e l’apprendimento dei bambini della scuola dell’infanzia e quanto questo tipo di didattica non vada incontro ai bambini in difficoltà. Problematiche che certamente stanno riscontrando tutte le famiglie di quei bambini e ragazzi che in questo periodo si vedono costretti a studiare davanti a una piattaforma digitale. Quello che chiedono queste donne nella loro missiva, in quanto “amministratrici che seguono la scuola e conoscono le esigenze, le dinamiche, i limiti, i bisogni del mondo scolastico, che accoglie tantissimi bambini dai più piccoli ai maggiorenni, occupandosi di tutto, dal menù scolastico alla gestione dei pullmini, dalla sicurezza degli edifici alla pulizia degli ambienti, dal problema più piccolo a quello più complesso, di conoscere quale sarà la sorte della scuola pubblica per poter attivare una programmazione che non ci trovi impreparate alla ripartenza a settembre. Dopo le decisioni nazionali, ci sono quelle locali che richiedono risposte immediate e concrete per essere noi amministratori di prossimità, esposti alle legittime richieste delle famiglie, ma soprattutto dei nostri bambini che vogliono ritornare alla normalità tra i banchi di scuola. Noi siamo disposte a confrontarci e chiediamo certezze per poterne dare ai nostri cittadini, rassicurandoli che davvero andrà tutto bene”.
Giornalista