Riceviamo e pubblichiamo – Dott. Amedeo Ceniccola
Caro dottor De Lorenzo, caro Peppino, leggerti è sempre una gioia per l’anima e il tuo grido di dolore lanciato a seguito della vicenda concorsuale che vede coinvolti i colleghi Pica e Matera mi ha fatto ricordare la lettera di solidarietà che ho scritto circa due anni orsono al collega Massimiliano Nardone e che mi piace riproporre anche alla tua attenzione per sottolineare la necessità di una (pacifica) rivoluzione nella sanità pubblica. A mio avviso, c’è bisogno di una decisa inversione di tendenza nella gestione della sanità a livello regionale e nazionale riducendo lo strapotere della Politica che nomina i manager della sanità, gli dà poteri assoluti e poi addossa ai medici ogni responsabilità dei tanti disservizi che invece sono strutturali. Vale la pena di ricordare che ai medici è stata tolta ogni possibilità di gestire risorse umane e materiali negli ospedali ed è stato sottratto ai medici finanche il giudizio di qualità sugli acquisti di attrezzature medicali (governo Prodi).
Per farla breve, dobbiamo ridare la Sanità ai medici che non vogliono più stare al carro dei politici (così come avviene per altri specifici settori della vita del Paese quali per es. la Giustizia e/o la Scuola affidati esclusivamente agli operatori della materia). Questa, a mio avviso, potrebbe essere la mossa vincente per frenare la “fuga” dei medici dall’Italia che non sono più disposti a continuare a subire umiliazioni né ad essere sottoposti all’arroganza del potere politico (non è un caso che tutti i Primari e/o Dirigenti degli ospedali pubblici della Campania si riconoscano nei partiti del centrosinistra). Con immutata stima e amicizia.