Comunicato Stampa – Ufficio Stampa Azione Cattolica Diocesi di Cerreto Sannita, Sant’Agata e Telese
“Ricordate che l’amore serafico è concretezza: esclude gli interessi personali per abbracciare quelli di Gesù; lotta per estinguere il male fino alla radice; purifica con dura penitenza l’anima da tutti i suoi difetti; si sforza di camminare sempre con rettitudine e semplicità sotto lo sguardo di Dio; tiene sempre accesa la lampada della fede dell’amore per presentarsi allo Sposo quando verrà”. Era uno dei passaggi, tratti dagli scritti della beata Armida Barelli, proposti all’Assemblea diocesana di fine anno dell’Azione Cattolica, svoltasi a Cerreto Sannita e dedicata proprio alla “sorella maggiore” dell’AC. Un incontro molto partecipato iniziato con la visita alla mostra, allestita in formato poster con un filo rosso a guidare il percorso lungo la sala teatro e il giardino di Casa Santa Rita, sulla vita di Armida, a cura dell’Associazione “Amici dell’Università Cattolica” dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori di Milano. Un itinerario visivo, vivace e colorato, molto apprezzato dai giovani e dagli adulti presenti.
“Che cosa era per noi, ragazzine poco più che adolescenti – ricorda una testimone diretta dell’epoca, suor Cristiana – la nostra sorella maggiore? Per noi appena uscite dall’incubo della Seconda guerra mondiale? In quell’incontro non c’era solo la riscoperta di un ideale, ma la scoperta di un’umanità diversa, di un’amicizia piena di libertà e di calore, un impegno di verità vissuto insieme, soprattutto c’era l’incontro con la Chiesa, la casa di tutti e di quella presenza che colma di infinito e d’eterno, Gesù Cristo”. Fondatrice della Gioventù femminile di Azione Cattolica e co-fondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Armida Barelli ha operato in un contesto storico italiano difficilissimo, quello delle guerre mondiali, dei totalitarismi, in un’Italia dove alle ragazze era spesso precluso l’accesso all’istruzione e alle donne non era consentito il diritto di voto. Un passo avanti per una società più equa e giusta la determinazione e l’umiltà di Armida, decisiva dal punto di vista formativo nella società, nella cultura e nella politica. Ma tutto questo, chiaramente, non sarebbe stato possibile senza una fiducia nel Signore assoluta e un discernimento personale e condiviso con tante personalità spiccate dell’epoca, come padre Agostino Gemelli, Giuseppe Toniolo e i papi Benedetto XV e Pio XI. E proprio sull’esempio di autentica e piena vita cristiana di Armida Barelli, che i presenti si sono divisi in 3 gruppi di lavoro, utilizzando il metodo sinodale, che hanno riflettuto su 3 attenzioni particolari da dare in più rispetto al prossimo anno associativo, frutto di un percorso di discernimento iniziato da dopo Pasqua: cura del servizio educativo, famiglie e giovani-adulti e un’AC per tutti.
Ha concluso il tutto il vescovo della Diocesi mons. Giuseppe Mazzafaro che, insieme all’assistente unitario don Mimmo De Santis, ha presieduto il momento di preghiera e ringraziamento finale. Il vescovo Giuseppe ha esortato l’Azione Cattolica a volare in alto come Armida, incoraggiandola a non accontentarsi di abitare la fede nella sola dimensione parrocchiale, ma di vivere e mettersi in ascolto della Parola, guardando alla presenza e alle opere del Signore nella nostra vita e dentro di noi, lasciandoci guidare da Lui a partire dalla costruzione di relazioni autentiche, dal rispondere al grido dei fratelli e sorelle in difficoltà e dal non smettere di lottare contro il male nelle sue tante e varie forme. “Contesti certamente diversi, quello di Armida e quello nostro attuale, e con diversi “punti d’incontro” positivi e negativi – sottolinea il presidente diocesano di Azione Cattolica Giovanni Pio Marenna – ma proprio l’esempio di Armida, che vogliamo sforzarci d’imitare, incarnato nella realtà temporale del suo tempo ci indica che, in qualsiasi situazione e davanti a qualsiasi ostacolo, difficoltà e salita, è sempre possibile piantare semi concreti di bene e di fraternità, dando un’attenzione totale alla nostra realtà. È tutto sempre assolutamente possibile perché abbiamo visto l’amore con la A maiuscola vincere. Non vogliamo smettere di fidarci del sogno di Dio per ciascuno di noi. Armida – conclude il presidente – ha da dire ancora tanto alla Chiesa, soprattutto sull’impegno dei laici e di tutti coloro che vogliono prendere coscienza della propria responsabilità, avendo le porte del cuore spalancate all’ascolto dello Spirito e delle persone”.