Bach e Mendelssohn per il secondo appuntamento dell’Orchestra da Camera ”Accademia di Santa Sofia”

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Con I Monumenti della Musica, Bach e Mendelssohn, dopo l’ esaltante  esordio con i cinque concerti grossi di Antonio Vivaldi del mese scorso, nella Basilica di   San Bartolomeo, torna per il secondo appuntamento, questa volta presentato dal FAI di Benevento, la stagione concertistica 2020 dell’Orchestra da Camera  “Accademia di Santa Sofia”.

Sabato 8 febbraio alle ore 19.30, la maestosa navata di San Bartolomeo ci  attende, dunque, per riprendere il Gran Tour musicale, il grande viaggio nella storia della musica e attraverso la cultura musicale, organizzato dall’ “Accademia di Santa Sofia” di Benevento, per la nuova stagione della rassegna di concerti, giunta al terzo triennio, sempre sotto la supervisione del direttore artistico Filippo Zigante. Le sacre mura della Basilica accoglieranno una preziosa esecuzione che affiderà “I monumenti della musica”, Bach e Mendelssohn, alle sapienti mani di una delle migliori formazioni musicali del territorio nazionale, che unisce altissime professionalità consolidate a brillanti talenti emergenti, in un ensemble di eccezionale qualità artistica: ai Violini Marco Serino, Alessia Avagliano, Emanuele Procaccini, Alina Taslavan, Anna Chulkina, ai Violoncelli Alfredo Pirone, Francesca Giglio, Raffaele Rigliari, al Contrabbasso Pierluigi Bartolo Gallo, al Cembalo Debora Capitano e, nel Concerto Brandeburghese n° 6, i valenti Violini Solisti Francesco Solombrino e Antonio Mastroianni.

Molto accattivante, infatti, il programma della serata con le sue note di sala:

JOHANNES SEBASTIAN BACH: Contrappunto n° 1 (dall’Arte della Fuga), Concerto brandeburghese n° 6;

FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY: Sinfonia n° 12 in sol min.

Johannes Sebastian Bach  discende da una famiglia di musicisti. Avviato allo studio della musica, entrò giovanissimo, quale violinista, nell’orchestra di Johann Ernst Weimar, fratello del duca di Sassonioa-Weimar. Successivamente si trasferì ad Arnstadt quale organista. Nella sua lunga vita di compositore confluiscono le esperienze della grande scuola contrappuntistica fiamminga e nello stesso tempo si avverte nel compositore un anelito alla chiarezza del linguaggio musicale che lo portò a raggiungere alte vette compositive che preannunciarono lo sviluppo futuro della musica.

I sei concerti brandeburghesi furono composti nel periodo nel quale soggiornò a Kothen, ducato di Sassonia, tra il 1717 e il 1723. Furono dedicati al margravio di Brandeburgo-Schwedt Cristiano Ludovico. La dicitura che Bach adottò per queste opere fu in francese: “concerts avec plusieurs instruments”, e la particolarità è che il numero di strumenti adoperati coincide con il numero delle parti, rendendo così ogni esecutore “solista”.

Felix Mendelssohn Bartholdy  nasce in una agiata famiglia ebraica (il padre era uno stimato banchiere) e, all’età di 7 anni, venne battezzato quale “cristiano riformato”.

Giovanissimo mostrò uno straordinario talento musicale che lo indusse a comporre ben 12 sinfonie, denominate successivamente “giovanili”, che già rivelano le qualità del giovane musicista.

Rispetto a molti  compositori suoi contemporanei Mendelssohn si mostra come conservatore, prediligendo uno stile classico, anche se con ispirazioni tratte dal romanticismo imperante. A lui  va il merito di aver riscoperto, nell’esercizio della sua professione di direttore d’orchestra, la produzione di Johannes Sebastian Bach, per lungo tempo trascurato.

Ricordiamo che gli incontri, di grande e singolare qualità, sono sempre a ingresso rigorosamente libero e che il “Konzertmeister” Marco Serino, con tutto l’ensemble di incomparabili maestri,  sarà ancora protagonista di altri tre appuntamenti imperdibili che si replicheranno con cadenza mensile, da Roma alla sala Dante Alighieri, a Napoli al Teatro Diana, per poi finalmente raggiungere Benevento, nella Basilica di San Bartolomeo, nelle sere del sabato: il 14 marzo, Grande Musica per Grande Schermo, celebri colonne sonore con  la musica di Nino Rota, Ennio Morricone, John Williams, e non solo; il 4 aprile, un confronto Russia – Usa tra Petr Il’ic Cajkovskij e Leonard Bernstein; e il 9 maggio, la serenata per archi in do magg. di  Cajkovskij e il capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart, la serenata notturna “Eine kleine nachtmusik”.

L’addetto stampa

Monica Carbini