Castelvenere: Di Santo; si organizza il Festival del Vino a Malta e si esclude la Minoranza.

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“Si organizza il Festival del Vino a Malta e parte dei produttori e dei cittadini di Castelvenere lo apprendono di riflesso, come è capitato a noi del gruppo consiliare della Minoranza. E’ mai possibile? E chi paga?”.

 Così il Capogruppo di Minoranza “Città Nuova”, Alessandro Di Santo, già sindaco del paese, in merito all’evento “Evviva Wine Festival” in programma oggi a Xewkija (Malta), promosso ed organizzato dall’amministrazione comunale retta dal sindaco Mario Scetta.

A riguardo il capogruppo Di Santo ha presentato una interrogazione al primo cittadino chiedendo: perché il gruppo di Minoranza non è stato messo a conoscenza delle attività promosse ed organizzate da Codesta Amministrazione in merito alle iniziative del progetto “Cantine al Borgo – Luoghi e protagonisti del risorgere del vitigno camaiola”, che costa 80mila euro (di cui 10mila con fondi comunali e 70mila con fondi della Regione Campania), inserite nel cartellone di “Sannio Falanghina Città Europea del Vino 2019”; qual è il programma ufficiale degli eventi; quali sono i costi per la partecipazione del Comune di Castelvenere all’evento “Evviva Wine Festival” in programma a Xewkija, di cui abbiamo appreso dagli organi di stampa; da chi è composta la delegazione di rappresentanza del Comune di Castelvenere al suddetto evento di Malta; perché risulta sempre ignorato il ruolo del consiglio comunale rispetto a decisioni inerenti la promozione del territorio.

“La promozione del territorio, nel nostro caso Castelvenere, – continua Di Santo – dovrebbe interessare tutta la comunità ed essere discussa in consiglio comunale, cosa mai avvenuta finora, perché pure le opposizioni sarebbero capaci di apportare idee e contenuti, anche se non condivise dagli ‘eletti’ del ‘cerchio magico’”.

“Al garbo istituzionale, dietro il quale ci si cela per non dare risposte, preferiremmo la discussione aperta in consiglio comunale confrontando le strategie ed i costi, i benefici ed il ritorno, in termini economici, che immaginiamo debbano riguardare tutti, anche i produttori, senza distinzione di etichette”, conclude Di Santo.