Ceniccola: “OMS affossa il vino con il pretesto di combattere il cancro”

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Riceviamo e pubblichiamo – Fiorenza Ceniccola, Amministratrice della  “ Casa di Bacco Srls”

Le tasche dei viticoltori sono sempre più vuote  e  l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – sezione Europa invece di fare qualcosa per alleviare la crescente disperazione dei nostri vignaioli decide di affossare il vino con il pretesto di combattere il cancro. Quello che si temeva sta diventando realtà. Nasce un nuovo proibizionismo in Europa che condanna l’alcol e i prodotti alcolici senza distinguere tra tipologie (ovvero differenziare i superalcolici dal vino) e modalità di consumo.

In poche parole, una “furia salutistica” sta cercando di far apparire il vino come le sigarette: “dannoso per la salute”.  Infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha adottato nella riunione svoltasi nei giorni scorsi a Tel Aviv un documento: “European framework for action on alcohol 2022-2025” che prevede un contrasto al consumo dell’alcol come priorità d’azione e riduzione del 10% del consumo pro capite.

Si tratta di una decisione inaccettabile che potrebbe dare il colpo di grazia ad un settore già molto provato dalla pandemia e dall’aumento straordinario del prezzo del carburante, dei concimi e degli antiparassitari. È inaccettabile anche il principio che si vuol far passare per il quale il consumo di alcol sia considerato sempre dannoso a prescindere dalla quantità e tipologia della bevanda.

Ancora più inique e inaccettabili sono le proposte del piano presentato che vedono assimilare il consumo del vino al fumo con la pretesa di inserire nell’etichetta claim obbligatori che demonizzano il vino. Si tratta sicuramente di misure che non vanno a favore di un consumo responsabile, che rimane l’unica vera ricetta contro i rischi alcol-correlati. E per finire, sono molto sorpresa che non venga fatta alcuna differenza tra consumo moderato e responsabile del vino e dei superalcolici che sono la vera causa di tante malattie e di tanti fenomeni di devianza sociale. Anche un  bambino capisce che una furia salutista cerca di “buttare” fuori mercato  alimenti  che hanno accompagnato la crescita (anche culturale)  dell’umanità. Il grande poeta Virgilio all’epoca di Cesare Augusto scriveva che siamo “Nati per consumare con moderazione”. Ecco, questo è il vero problema perché è fin troppo chiaro che oggi nel mondo la prima causa di morte sono le malattie del troppo: troppo cibo, alcol, droghe; eccesso e dismisura come unica regola e su questo, a mio avviso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe discutere e decidere, senza dimenticare le centinaia di migliaia  di persone che in media ogni anno in Europa e nel mondo muoiono prematuramente a causa della bassa qualità dell’aria. La domanda che nasce spontanea è:

  • A chi giova questo eccessivo allarmismo “salutistico” che rischia di affossare anche il nostro buon vino?

E non posso nascondere che quello che più angoscia dinanzi a tale decisione che rischia di dare un colpo micidiale al settore vinicolo e  mettere a rischio circa 10 miliardi di euro di fatturato e oltre 1 milione di posti di lavoro è il  silenzio assordante delle maggiori organizzazioni di categoria e di tutti i partiti politici ad eccezione del Presidente Berlusconi che rivolgendosi all’OMS  non ha esitato a dichiarare: “Giù le mani dal vino”. Grazie Presidente Berlusconi! Sono convinta che domenica 25 settembre i viticoltori italiani sapranno ben ricambiare questa Sua grande attenzione nei confronti di un settore agroalimentare strategico del made in Italy nel mondo.