Covid-19, le proposte del PD sannita per la fase 2

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In coerenza con la lodevole apertura della Regione Campania alle forze politiche, istituzionali, sociali e imprenditoriali, nonché alle organizzazioni della società civile, il Partito Democratico Sannita, facendo leva sulla preziosa rete dei Circoli territoriali, in coordinamento con il consigliere regionale, Mino Mortaruolo, ha approntato il presente documento sintetico, nella forma prevalente di bullet points, al fine di contribuire alla complessa opera organizzazione ed implementazione della prossima essenziale «Fase 2».

Preliminarmente, in considerazione al nuovo e mutato contesto socio-economico determinatosi in questa inedita ed emergenziale congiuntura storica, con specifico riferimento alle condizioni di necessità in cui è precipitato il tessuto economico-produttivo Regionale, particolarmente fragile nelle Aree Interne, riteniamo opportuno focalizzare le nostre riflessioni su alcuni temi dirimenti.

In relazione ai dati clinici e alle relative elaborazioni statistiche utili per la valutazione dell’andamento della epidemia, è prevedibile l’ingresso progressivo nella cosiddetta «fase 2» del contrasto al virus nella quale la ripresa (necessaria) delle attività produttive ed economiche dovranno realizzarsi nella più alta sicurezza sanitaria, individuale e collettiva. Un equilibrio delicato da trovare in un momento nel quale vere armi risolutive contro la pandemia ancora non le abbiamo ed i passi avanti significativi fatti li dobbiamo quasi esclusivamente al distanziamento fisico.

Pre-condizioni per ripartire

  • USO OBBLIGATORIO DELLA MASCHERINA PER TUTTI. DISTANZIAMENTO NELL’ORGANIZZAZIONE DEL QUOTIDIANO FUORI DALLE MURA DOMESTICHE. MISURE E PERCORSI DI IGIENIZZAZIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA (MEZZI DI TRASPORTO, LUOGHI DI LAVORO ETC).
  • ACCURATO E CONTINUO MONITORAGGIO DEI CASI PER VALUTARE L’ANDAMENTO DELL’EPIDEMIA – NECESSARIO POTENZIAMENTO E RIORGANIZZAZIONE DELLA SANITÀ TERRITORIALE.

L’uscita dalla fase emergenziale è resa possibile anzitutto per la riduzione dei ricoveri ospedalieri e della mortalità dei casi gravi trattati nelle Terapie intensive. Siamo, tuttavia, in presenza di un numero di contagiati ancora elevato, su base nazionale, ma molto più contenuto su base regionale.

Questo quadro di ingresso nella «fase 2» ci dice che la lotta al Covid-19, sul versante sanitario, sarà sempre meno di carattere ospedaliero e sempre più incentrata sul territorio spostando, di fatto, sul piano di una prevenzione secondaria la battaglia che ci accingiamo a fare. La crisi ha mostrato come una certa «visione ospedalocentrica», affermatasi negli ultimi due decenni, vada rivista. È essenziale riorganizzare e potenziare la rete della sanità territoriale dotandola di coerenti servizi di personale ma anche di tecnologie in grado di intercettare e gestire precocemente, a domicilio o in strutture protette, ogni nuovo caso.

Le Aziende Sanitarie Territoriali saranno chiamate a strutturarsi in modo agile e capillare per poter applicare piani diagnostico-terapeutici, con terapia domiciliare, come, ad esempio, i protocolli di sperimentazione, avviati dall’AIFA e dall’ISS, su alcuni gruppi di farmaci.
La «Fase 2» è anche la fase delle cosiddette «3 T» (Testare, Tracciare, Territorializzare) e necessiterà, come accennato, di un grande impegno in termini di risorse umane ed in termini organizzativi da parte delle Aziende Territoriali.

Di conseguenza è doveroso che la Politica faccia un appello ai Decisori Istituzionali (la Regione), ai responsabili della gestione del sistema sanitario (management) ed a tutti i Sindaci che rappresentano l’Autorità Sanitaria locale affinché, onde evitare dannosi ritardi normativi ed organizzativi, si proceda anche ad attivare procedure d’urgenza relativamente al reperimento di personale e di tecnologie adeguate agli obiettivi.

Bullet points

  1. Sostegno, in forma sia diretta che indiretta, al Settore primario, secondario, terziario e terziario avanzato, ed alle attività ad esse correlate, con particolare riferimento a quelle ditte esistenti, piccole e piccolissime (individuali o societarie), che necessariamente devono, gradualmente, riprendere il loro percorso lavorativo/produttivo.
  2. Incentivare le iniziative turistico culturali e della connessa ricettività/accoglienza, per un immediato riavvio e rilancio promozionale con iniziative ed attività sui territori (singoli o associati), con formule di finanziamento “ad accesso semplificato”.
  3. Bar, osterie, taverne e attività di piccola ristorazione(max20/30coperti).
    Individuare la possibilità, per il periodo estivo, di mettere a diposizione dello spazio antistante le attività con sospensione del pagamento dell’imposta per l’occupazione di suolo pubblico. Al contempo aumentare la concessione dello spazio pubblico in termini di metratura per garantire il rispetto del distanziamento ed un numero di coperti che arrivi almeno al 70 percento dell’attività pre-crisi. In tal senso andrebbero predisposte linee o atti di indirizzo ai comuni.
  4. Attivare/implementare incentivi specifici ed immediatamente accessibili alle libere professioni, alle attività di barbieri, parrucchieri, al comparto estetico e del benessere fisico, alle Imprese del settore edilizio e assimilabili, dell’artigianato di qualità e al comparto tessile- manifatturiero, anche attraverso una necessaria semplificazione/facilitazione all’accesso al sistema creditizio, con intese quadro da definirsi tra la Regione Campania ed il sistema bancario a livello Regionale.
  5. Valorizzazione l’agricoltura sostenibile dei “piccoli campi”, tipica delle aree interne, che svolge un pregevole ruolo di integrazione e cura dell’ambiente. Conseguentemente è necessario, da subito, aprire l’accesso a questo genere di fondi.
  6. Misure specifiche per bonus agli studenti universitari (per fitti, sostegno tecnologico allo studio, etc), ai ricercatori e specializzandi.
  7. Utilizzazione immediata, semplificata ed a sportello, dei fondi europei legati alla Programmazione di Sviluppo 2014/2020, a rischio di un prossimo disimpegno, con specifico riferimento ai fondi sviluppo sociale, della formazione, a quelli per l’efficientamento energetico, alla messa in sicurezza degli immobili pubblici e dei territori fragili, alla rigenerazione urbana e riqualificazione della edilizia residenziale sia pubblica che privata, elargiti direttamente ai Comuni oppure d’intesa tra Regione-Comuni-Acer-etc.  Prevedere, in tal senso,una pronta utilizzazione del consistente patrimonio progettuale esistente, anche attraverso procedure semplificate, in modo da attivare, da subito, una imponente ripartenza dell’edilizia per sfruttarne le note potenzialità anti recessive sul ciclo economico. 
  8. Fondo di Solidarietà Straordinario fino a 15.000 abitanti, per sostenere, a bando, l’avvio di iniziative di nuove imprese/attività giovanili, con premialità se avviate nei contesti di centri storici o aeree a rischio desertificazione economica-sociale.
  9. Incentivi specifici agli investimenti nei settori dell’hi-tech, delle new Technologies, per tutti i segmenti produttivi.

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