“… Inutile vantarsi di essere i primi produttori mondiali il punto vero è dare valore al vigneto come i francesi”, così dichiarava Riccardo Cotarella, uno degli enologi più affermati nel Paese e nel Mondo, in un’intervista rilasciata sabato 28 settembre u.s. ed ignorata da tutti i soggetti impegnati a celebrare il Sannio-Falanghina Città Europea del Vino 2019.
Nessuno ha trovato la forza di prendere carta e penna ed esprimere un pensiero compiuto in merito alla sfida lanciata dal presidente nazionale dell’Associazione Enologi Italiani.
Da parte mia, l’occasione è buona per rinnovare l’ invito (già formalizzato qualche anno addietro) ai sindaci del Sannio: “ Se vogliamo dare valore ai nostri vigneti e tutelare i nostri vini dall’Unione europea che rappresentano non solo il nostro passato e il nostro presente, ma indiscutibilmente anche il nostro futuro, incominciamo a denominare “Falanghina, Aglianico, e/o Camaiola” una frazione dei nostri territori, per dare consistenza toponomastica al nome del vino così come stanno facendo tanti sindaci emiliani per difendere il loro Lambrusco”.
Inoltre, se vogliamo “dare valore aggiunto al prodotto” così come propone di fare Riccardo Cotarella marciamo tutti uniti verso la Regione Campania per chiedere di istituire la “Via della Falanghina” e dare il via ad una straordinaria operazione di valorizzazione territoriale incentrata sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico, artistico, culturale, artigianale ed enogastronomico del nostro territorio.
In conclusione, raccogliamo la sfida lanciata da Cotarella e facciamo nascere la “Via della Falanghina” per farla diventare “la via delle carni, del formaggio che assaggi, del vino che assapori …..”.
Amedeo Ceniccola
ex Sindaco di Guardia Sanframondi