Il vino riveste sempre più il ruolo di testimone e di messaggero di territori, di storia, di fede e, soprattutto di cultura. E, a Roma si sono incontrati, nei giorni scorsi, nella suggestiva sede della scuola di cinematografia di Cinecittà, l’Iplac – Insieme per la cultura e Città del Vino.
L’Iplac ha celebrato il XIV Premio internazionale di poesia e narrativa, al quale hanno partecipato poeti e scrittori provenienti da tutta Italia con oltre 1.500 opere. Nel cosro della manifestazione il sindaco di Castelvenere Mario Scetta, componente del direttivo dell’associazione nazionale ‘Città del Vino’, ha illustrato la storia e la finalità dell’assocaizione, che conta circa 500 città; ha presentato il Sannio, che per il 2019 è stato designato ‘Città Europea del Vino’ e, infine, ha proposto, a partire dal 2020, un premio speciale per una sezione poesia e prosa, nell’ambito del concorso, dedicata al vino.
Il presidente dell’Iplac, Maria Rizzi, il presidente della giuria del Premio, Roberto Mestrone e l’intero direttivo, hanno accolto la proposta con entusiasmo proprio in virtù del ruolo ispiratore che il vino ha rivestito e riveste nella letteratura occidentale in tutte le epoche storiche. Con altrettanto entusiasmo si è espressa l’assessore alla cultura del X Municipio di Roma, Silvana Denicolò.
Infine Scetta ha rimarcato la condizione che la cultura vive in questa nostra epoca così veloce, frenetica, troppo spesso superficiale. Una cultura quasi sommersa che si manifesta con ritrosia, con pudore. Di contro il vino, che ha perso il ruolo di alimento e di semplice bevanda, guadagna sempre più la ribalta come messaggero anche se, talvolta, proposto da chi non ha la “cultura” per farlo.
Dunque arte e vino un connubio antico da riproporre in chiave moderna, consapevole e, soprattutto culturale.