Nota Stampa – Antonio Di Maria, sindaco di Santa Croce del Sannio
Così il Sindaco Antonio Di Maria: “Il regista Raffaele Pilla ha realizzato un video su Santa Croce del Sannio che mi onoro sottoporre all’attenzione della stampa perché è un lavoro di grande bellezza ed efficacia che arriva direttamente al cuore. Credo che Pilla abbia saputo ben interpretare una corrente di pensiero che si va sempre di più affermando in questi ultimi mesi e che rilancia ruolo e funzione dei piccoli borghi, minacciati dallo spopolamento. Per questo accompagno questa splendida produzione video di Pilla con alcune mie considerazioni su questo passaggio epocale nella vita del Paese che può e deve cogliere l’opportunità aperta dalle risorse finanziarie straordinarie messe a disposizione dall’Unione Europea per salvare i borghi, cioé l’anima profonda del Paese. È da tempo che richiamo, quale modesto operatore politico di un piccolo ma glorioso e ricco di storia Comune dell’Alto Tammaro sannita, la necessità che il Paese non dimentichi le aree interne, la dorsale appenninica, i piccoli borghi dell’entroterra: spero che sia venuto il tempo di ridare speranza ad una così ampia fetta d’Italia e della sua gente. Grato per il tempo riservato a questa mia, colgo l’occasione per inviare distinti saluti“
[su_youtube url=”https://youtu.be/0sxbj4Jnb2c” width=”600″ height=”400″ responsive=”yes” autoplay=”no” mute=”no” title=”” class=””]“Ogni borgo, ogni collina d’Italia ha un volto, come quello di una persona viva: non vi è curva di poggi o campanile di pieve che non si affacci nel nostro cuore col nome di un poeta o di un pittore, col ricordo di un evento storico che conta per noi quanto le gioie o i lutti delle nostre famiglie. Non si tratta di letteratura: si tratta di vita”. Piero Calamandrei
Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, via via sempre più impetuosamente nel corso dei decenni, fino a raggiungere punte allarmanti con il nuovo Millennio, i piccoli Comuni dell’entroterra e soprattutto della dorsale appenninica, si sono andati progressivamente svuotando di abitanti. I cittadini hanno cominciato a lasciare le aree montane e collinari per spostarsi verso le metropoli e le aree costiere attratti da nuovi stili e modelli di vita.
Lo spopolamento che ne è derivato nei piccoli borghi si è tradotto, automaticamente, nella perdita, sempre più allarmante, dei servizi pubblici (scuole, uffici postali, stazioni Carabinieri, etc. e, fra poco, anche gli Uffici Comuni stessi) che ha effettivamente prodotto uno scadimento preoccupante della qualità delle condizioni di permanenza. Tutto questo ha acuito le difficoltà e i problemi dei residenti, di fatto spingendoli verso un’ulteriore fuga verso l’esterno in una spirale che è apparsa quasi del tutto incontrollabile e inarrestabile.
Proprio nel frangente storico della pandemia Covid 19, invece, è emerso un forte e diffuso sentire di riscoperta dei piccoli borghi. Esso è nato dalla riscoperta del valore anche culturale della piccola bottega e del piccolo negozio, che sono veri e propri “presìdi di servizi” dei piccoli Comuni che ha consentito di far ri-apprezzare l’importanza della vitalità stesso che è racchiusa in un piccolo paese. Il rapporto diretto tra produttore e consumatore dell’eccellenza enogastronomica locale insieme alla fruizione dei paesaggi e dell’aria pulita, alla riscoperta dei beni artistici, archeologici, monumentali, costituenti, del resto l’essenza stessa dei piccoli borghi, sono riemersi con la palese difficoltà di vivere al tempo della pandemia le metropoli.
Il “rallentamento” dei ritmi di vita imposto in questo momento storico ha consentito di ripercorrere e di riassaporare i ricordi e gli affetti di un tempo anche solo passeggiando tra gli stretti vicoli, le minuscole piazze, gli angoli anche nascosti dei centri storici: la forza e la bellezza delle immagini della vita nostra infanzia sono state riassaporate anche grazie al ritrovarsi nuovamente in Famiglia nel periodo delle Festività natalizie.
Le risorse straordinarie messe a disposizione dall’Unione Europea sono una opportunità straordinaria cui le aree interne non possono rinunciare. E chi ha il potere di programmarne l’utilizzo e la destinazione debbono ha il dovere finalizzarle al recupero di funzioni e vivibilità dei piccoli centri storici ed alla lotta allo spopolamento. Questo processo di riscoperta delle aree interne, peraltro, impedirà il perpetuarsi dell’uso sconsiderato del suolo nelle aree metropoli con l’ingigantirsi di quelle periferie sprovviste di servizi, “luoghi – non luoghi”, che sono purtroppo fonti di nuove e dilaceranti problematiche sociali e civili.
Per realizzare questa rinascita dei piccoli borghi occorre porre mano a un nuovo quadro normativo capace di instaurare una fiscalità di vantaggio per le aree interne conferendo anche nuovi poteri di indirizzi strategici per le autonomie locali. Con questa volontà di rilancio e di riscoperta dei piccoli borghi, accolgo con grande entusiasmo e sincera gratitudine il contributo del regista Raffaele Pilla, che ha saputo realizzare un video capace di esaltare magnificamente l’intimo e il bello di Santa Croce del Sannio.
Febbraio 2021
Antonio Di Maria – Sindaco di Santa Croce del Sannio