La Provincia e l’opera di valorizzazioen di “Ciro”

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Il Presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, partecipando alle iniziative promosse dall’Ente Geopaleontologico di Pietraroja e del Parco del Matese, cui oggi ha preso parte, tra le altre Autorità, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha voluto ricordare il lavoro svolto sin dal 1998 dalla Provincia affinché fossero valorizzati i tesori del Parco Geopaleontologico di Pietraroja. Di Maria ha sottolineato l’impegno suo personale e della Provincia affinché si realizzino le sinergie istituzionali tra tutti i Soggetti che intervengono sulla programmazione degli interventi sul territorio per definire politiche e misure concrete per la salvaguardia dei tesori autentici delle aree interne e cioè: il paesaggio, l’ambiente e i beni artistici, storici, archeologici e culturali. La Provincia, in quanto parte del Parco del Matese, ha ricordato Di Maria intende contribuire alla valorizzazione dei territori casertani e sanniti che questo Ente intende salvaguardare.

PROMEMORIA SU “CIRO”

L’11 novembre del 1999 l’allora Presidente della Provincia di Benevento, Carmine Nardone, promosse un’intesa con la Soprintendenza archeologica di Salerno-Benevento, “proprietaria” del fossile di dinosauro “Ciro”, scoperto nel 1981 a Pietraroja da un paleontologo dilettante residente nel padovano, e con il Comune di Pietraroja.

Avviata qualche mese prima, quella concertazione istituzionale con il Ministero per i Beni e le Attività culturali – Soprintendenza Archeologica ed il Comune di Pietraroja, aveva ad oggetto la possibilità di esposizione per la prima volta al pubblico di “Ciro”, il primo dinosauro mai rinvenuto in Italia e l’unico al mondo ad avere ancora in vista le parti molli del fegato e dei polmoni (circostanza, quest’ultima, che ha consentito di rivedere molte delle teorie su questi animali preistorici).

Dopo essere rimasto a lungo tra le mani del paleontologo dilettante, “Ciro” fu portato all’attenzione del Museo delle Scienze Naturali di Milano, il cui direttore ne riconobbe l’enorme importanza scientifica e, come vuole la legge, lo consegnò alla Soprintendenza competente per territorio.

Nel 1999, dunque, fu sottoscritto alla Rocca dei Rettori, sede della Provincia di Benevento, un accordo tra il presidente Nardone, la Soprintendente Giuliana Tocco Sciarelli e l’allora sindaco Nicola V. Torillo per realizzare iniziative atte a rendere Pietraroja un polo di ricerca scientifica in campo geopaleontologico e di attrazione per una qualificata domanda turistica connessa a tale scienza.

Sulla scorta di tale protocollo, il 7.3.2001 veniva approvato dal Ministero del tesoro e dalla Regione Campania l’Atto Integrativo dell’Accordo di programma Quadro che, su indicazione della Provincia, contemplava il finanziamento del progetto “Museo – laboratorio di geologia e Paleontologia nel Parco geopaleontologico di Pietraroja” per l’importo di 774.685 Euro.

Grazie alla cooperazione tra Istituzioni, il 19 aprile del 2000 “Ciro” fu finalmente esposto al pubblico per la prima volta nella Rocca dei Rettori, convenientemente ed attrezzata allo scopo.

Folle entusiaste di ammiratori accorsero per 5 anni. Infatti, le ricerche compiute sul fossile dagli studiosi italiani Dal Sasso e Signore, che ebbero l’onore della pubblicazione sulla rivista scientifica “Nature”, avevano travalicato i confini degli addetti ai lavori e, “complice” il film “Jurassic Park” di Spielberg, avevano attirato la curiosità di un pubblico più vasto. Secondo i tagliandi Siae, i visitatori in 5 anni furono oltre 50mila. Quell’esposizione, tuttavia, nasceva come provvisoria, nel senso che l’impegno formale era quello di portare “Ciro” nuovamente a casa sua, a Pietraroja.

Con un altro protocollo d’intesa, Comune, Provincia e Soprintendenza in data 30.10.2001 stabilirono un percorso tecnico-amministrativo per i lavori di ristrutturazione e adeguamento di un immobile in Pietraroja destinato ad ospitare il Museo. La Provincia e la Regione hanno stanziato oltre 330.000 Euro per la ristrutturazione di quell’immobile in Pietraroja (destinata a Casa di riposo inizialmente) ed altri 440.000 circa per gli allestimenti museali.

Il Museo, denominato “Paleolab”, si fonda sulla divulgazione e la didattica: in pratica le stesse armi vincenti sfruttate per la Mostra di Ciro alla Rocca dei Rettori. Del resto questo è la cifra stilistica d’intervento propria del prof. Paco Lanciano, e della fortunata trasmissione televisiva “Superquark”, firmata da Piero Angela, del quale il Lanciano è il primo collaboratore da molti anni.

Il Paleo-Lab di Pietraroja fu inaugurato il 10 aprile 2005: il cucciolo di dinosauro “Ciro” (nome scientifico “Scipionyx samniticus”) “tornò a casa”, accanto a quel Parco dove fu ritrovato.

Si completò così un percorso durato … oltre 200 anni. Infatti fu verso la fine del XVIII secolo che Scipione Breislak, un grande paleontologo, descrisse per primo la ricchezza scientifica del sito di Pietraroja, che oltre 100 milioni di anni fa era una piccola laguna nella quale “cadevano gli animali che con il passare dei millenni si erano fossilizzati per “riapparire” dunque sotto forma di pietra.

Da ricordare, infine, che, nel contesto del programma di valorizzazione del fossile e del Parco geopaleontologico, fu posto in essere un impegno politico affinché il Parlamento prevedesse in sede di Legge Finanziaria 2001 (n. 388/2000, art. 115) l’istituzione dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja per la realizzazione del Programma delineato nelle due Convenzioni siglate dal Ministero – Soprintendenza, Provincia, Comune di Pietraroja.