Comunicato Stampa
Il pianista accompagnatore Iadevaia evidenzia il forte rispetto per la musica riscontrato tra il pubblico presente
Lo scorso 5 novembre, nella città medievale di Toledo, in Spagna, nella deliziosa chiesa di San Sebastiano, riconvertita in auditorium con un restauro accurato nel rispetto dell’antica fabbrica e con un occhio di riguardo per soluzioni moderne atte a migliorarne l’acustica, si è tenuto il concerto di due giovanissimi musicisti: Greta Dari, pianista e Salvatore Ruggiero, oboista. Il concerto era parte del primo premio assoluto del concorso musicale “Giovani Musici”, svoltosi a Roma, che i due giovani talenti hanno vinto rispettivamente nel 2021 e nel 2022.
Monografica la performance di Greta Dari, interamente dedicata a Chopin, autore che ha speso il suo genio creativo completamente riversandolo sul pianoforte di cui la giovane pianista ha saputo cogliere gli aspetti più intimi e delicati, degni di una pianista consumata a dispetto della sua tenera età.
Tra barocco e classico la performance di Salvatore Ruggiero che con concerti di Vivaldi e Mozart ha inondato l’auditorio di fraseggi leggeri e virtuosismi in stile. Alle esecuzioni brillanti dei due giovani concertisti ha fatto seguito una sentita e meritata standing ovation.
Il giovane oboista airolano è stato accompagnato al pianoforte dal M° Domenico Iadevaia, concertista di lungo corso, che ha commentato l’evento musicale inserito nella rassegna organizzata dall’associazione musicale locale “Fabrica Harmonica en Toledo”, evidenziando l’alto livello di rispetto per la cultura e per la musica in particolare, riscontrato tra il pubblico: “Per noi italiani presenti all’evento – ha sottolineato il M°Iadevaia – i motivi di meraviglia sono andati oltre lo stupore per la bravura dei giovani artisti. Fuori dalla chiesa, prima del concerto, sembrava la notte di Natale, quando la gente concentrata e in silenzio si affrettava per trovare posto in chiesa e, intanto, assumeva già quell’atteggiamento tipico di preghiera e concentrazione.
Le porte si sono spalancate pochi minuti prima dell’orario di inizio, la gente educatamente ha preso posto e chi, invece, non è ha potuto sedersi, a malincuore, è uscito perché la musica d’arte non si ascolta in piedi, le porte si son chiuse e chi non aveva trovato posto è rimasto fuori dalla chiesa speranzoso in qualche uscita prematura in modo da poter entrare e gustare di qualche scampolo di musica. Speranza disillusa perché nessuno ha lasciato l’auditorio anzitempo.”
“Eppure – ha chiosato Iadevaia – non era un concerto di qualche star blasonata: sul palco si sono alternati due ragazzi, poco più che bambini con la semplicità della loro purezza d’animo e un cuore pieno di speranze e aspettative per il domani. Anche da noi in Italia e qui al Sud accade tutto ciò?”
“Sale improbabili, gente che viene ai concerti per dovere o per obbligo, gente che si alza, chiacchiera, fa rumore, bambini che giocano, mentre qualcuno suona elevando se stesso speranzoso di trascinare in alto con sé l’intero pubblico. Ma non eravamo noi la partita della musica?” – ha concluso il pianista.