Comunicato Stampa – Clemente Mastella, sindaco di Benevento
“Siamo un piccolo miracolo, abbiamo creato dal nulla un partito con rappresentanza in tutte le regioni”. Clemente Mastella, segretario nazionale di Noi Di Centro, esprime soddisfazione nel corso della presentazione, questa mattina, a palazzo Santa Chiara a Roma, dell’organigramma nazionale e regionale del partito. All’appuntamento hanno partecipato, tra gli altri, il presidente Giorgio Merlo, il vicesegretario nazionale Gianni Stea e la senatrice Sandra Lonardo. “L’idea di Centro alla quale siamo affezionati e per la quale invitiamo chiunque, ad iniziare da Italia Viva, Cambiamo e Forza Italia, a realizzare una sorta di Margherita 4.0 in un patto elettorale, è quella che sia in grado di evitare un antagonismo che ha visto in quest’ultimo periodo l’Italia divisa tra putinisti e pacifisti populisti. Noi continuiamo a coltivare un’idea della politica che mitighi asprezze e scontri privi di senso.
Proponiamo a questi amici, soprattutto a loro che hanno una presenza parlamentare non trascurabile, di puntare ad un proporzionale con sbarramento al cinque per cento e possibilmente con le preferenze”. A proposito di centrosinistra e centrodestra, Mastella spiega: “L’area larga del Pd è priva di suggestione politica e non riesce a realizzare condizioni per una vittoria elettorale. Il centrodestra manifesta, invece, non soltanto una irrequietezza per chi sarà l’eventuale prossimo leader di governo ma dimostra difficoltà, in relazione della guerra in Ucraina, per chi è più vicino all’idea sovranista e alla ideologia putinista e chi si pone in una logica alternativa”. Per Mastella “quest’area di Centro, che potrebbe riscuotere un enorme consenso elettorale e che per aggregarsi ha bisogno di evitare timidezze, ritardi e cautele, deve dimostrare coraggio avendo il dovere di disegnare una nuova architettura istituzionale del Paese”. Riguardo i tecnici in politica, il segretario nazionale di Noi Di Centro sostiene: “Dopo i cicli in cui la politica è stata ancillare ai tecnici e dopo la stagione di una ciurma scombinata per impreparazione e demagogia che ha retto il governo del Paese, bisogna ritornare alla normalità e a al primato della politica”.
Mastella poi parla della crisi economica: “E’ accentuata soprattutto nel Sud e con diseguaglianze sociali che crescono in modo esponenziale. Con la scomparsa del ceto medio e con la divisione del Paese tra ricchi e poveri sempre più marcata, è necessario che lo Stato torni in campo non soltanto dando ristori agli attori di un’economia dove camminano a fari spenti ma come guida e indirizzo di tutte le attività strategiche del Paese, dalla difesa all’industria energetica fino all’agroalimentare per realizzare un’autonomia possibilmente su scala europea”. Mastella lancia poi una proposta per il settore agricolo: “Occorre un salario minimo date le condizioni di crisi derivanti anche dal conflitto russo-ucraino, conflitto che porterà nella migliore delle ipotesi ad una guerra fredda come quella che l’Europa ha vissuto fino alla caduta del muro di Berlino”. Sempre sul Mezzogiorno, il leader di NDC dice che “è necessario un coordinamento tra le regioni, evitando di affrontare la questione meridionale in una frammentazione di proposte, puntando invece ad infrastrutture sociali e servizi la cui qualità, in larga misura, rimane sotto la soglia della normalità”. Sul tema del rapporto politica-giustizia, l’ex Guardasigilli dice: “Il degrado magistratura-politica rimane in tutta la sua durezza, così come rimane in piedi l’idea sbagliata della magistratura come corpo separato, guardiano dei costumi e dei valori. Ha ragione il professor Cassese quando ritiene che la magistratura ha dato l’illusione di una palingenesi morale utilizzando la scorciatoia della via giudiziaria. Bisogna allontanare l’idea del sospetto permanente, di utilizzare l’obbligatorietà dell’azione penale secondo criteri costituzionali assai spesso non utilizzati come tali. È indispensabile allentare l’abuso delle intercettazioni non sempre concludenti per la processualità dei casi sottoposti ad attività investigativa. È necessario, poi, rendere lineari i rapporti molto spesso viziati tra i media ed alcune procure”. Infine, l’ex ministro della Giustizia afferma: “Spero che quello che tentai di fare, ovvero di rendere più umana la giustizia e al tempo stesso più indipendente si possa oggi realizzare. Auspico che la mia stagione da ministro, che si concluse in maniera drammatica per l’invasione di campo nella mia sfera personale e politica e per la quale fui costretto alle dimissioni, possa essere ripresa per rendere il cittadino protagonista del mondo giudiziario e non prigioniero degli ingranaggi lenti della giustizia italiana. Per quanto riguarda il referendum spero che si possa votare due giorni da consentire così ai cittadini di potersi esprimere”, conclude il segretario nazionale di Noi Di Centro.