Riceviamo e pubblichiamo – Fiorenza Ceniccola (Forza Italia Giovani)
Il grido di dolore lanciato domenica a Castelvenere dai nostri vignaioli non può essere lasciato cadere nel vuoto e nel rimarcare il ritardo e disinteresse finora mostrato dalle istituzioni locali nei confronti del malessere profondo che da anni affligge i nostri vignaioli non posso non ribadire con maggiore forza che il punto vero è dare valore aggiunto al vigneto come da sempre fanno i nostri cugini-concorrenti francesi.
Per farla breve, nel rinnovare l’invito (già fatto 3 anni addietro) a tutti i Sindaci della cosiddetta “vigna del Sannio” a dare valore ai nostri vigneti incominciamo a denominare “Falanghina, Aglianico, e/o Camaiola” una frazione dei nostri territori, per dare consistenza toponomastica al nome del vino così come stanno facendo tanti sindaci emiliani per difendere il loro “Lambrusco”, propongo di marciare verso la Regione (con o senza trattori) per chiedere di strutturare anche in Campania un’agricoltura “contrattualizzata” intesa come un accordo di filiera, un contratto di trasparenza al fine di garantire un reddito accettabile ai nostri vignaioli e, nel contempo, per chiedere di istituire la “Via della Falanghina” per dare il via ad una straordinaria operazione di rinascita territoriale incentrata sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico, artistico ed enogastronomico del nostro territorio. A tal proposito, non posso non ricordare il mio ordine del giorno presentato circa 1 anno orsono al Sindaco e al Presidente del consiglio di Guardia Sanframondi:
Oggetto: Ordine del giorno per chiedere alla Regione Campania di istituire la “Via della Falanghina”.
La sottoscritta Consigliere Comunale Fiorenza Ceniccola
CONVINTA della necessità di valorizzare il patrimonio naturalistico, artistico ed enogastronomico del territorio sannita per farlo diventare un vero e proprio volano di sviluppo;
CHIEDE
al Consiglio Comunale di approvare il presente ordine del giorno da inviare al Presidente della Regione Campania e all’Assessore Regionale al Turismo per far istituire la “Via della Falanghina” con una specifica voce del bilancio regionale di almeno 100 milioni di euro all’anno per finanziare interventi di rigenerazione urbana nei paesi interessati dal percorso e rappresentati da: Dugenta, Limatola, Amorosi, Telese Terme, Puglianello, San Salvatore Telesino, Faicchio, San Lorenzello, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Pietraroja, Guardia Sanframondi, San Lupo, San Lorenzo Maggiore, Castelvenere, Solopaca, Paupisi, Casalduni, Ponte, Torrecuso, Foglianise, Vitulano, Campoli del Monte Taburno, Melizzano, Frasso Telesino, Sant’Agata de’ Goti, Bonea, Montesarchio. L’obiettivo che si intende conseguire è quello di far diventare la “Via della Falanghina” il filo rosso di congiunzione tra il mare di Napoli e i monti del Taburno e del Matese per dar vita ad un turismo di prossimità che può diventare l’asso nella manica per la ripartenza del Sannio e, nel contempo, ridare valore a circa 11.000 ettari di vigneti su colline abitate da zappatori, diventati imprenditori, che hanno scritto pagine importanti della storia dell’enologia campana.