Salute. Carcinosi peritoneale, al Fatebenefratelli primi interventi

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Sono stati eseguiti presso l’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, i primi interventi chirurgici in Campania di PIPAC (pressurized intraperitoneal aereosolized chemiotherapy).

Si tratta di una tecnica innovativa adottata per la carcinosi peritoneale che ha visto impegnata in prima linea l’Unità di Chirurgia Oncologica, diretta dalla dottoressa Cecilia Ponzano.

La struttura sanitaria di viale Principe di Napoli si conferma una eccellenza nel trattamento dei malati oncologici, avendo da tempo ampliato le opzioni terapeutiche a disposizione dei pazienti, con l’obiettivo di offrire sempre un miglior servizio all’utenza.

La carcinosi peritoneale – ha spiegato la dott.ssa Ponzano – è uno stadio tumorale in cui le cellule maligne, di origine ovarica, intestinale, gastrica, si diffondono sulla superficie del peritoneo, cioè di quella membrana sottilissima che riveste tutti gli organi contenuti nell’addome.

Ogni anno colpisce in Italia circa 25000 persone. E’ stata a lungo considerata una malattia incurabile perché la chemioterapia endovenosa non raggiunge efficacemente le cellule tumorali che quindi invadono progressivamente tutti gli organi addominali e soprattutto l’intestino, causando occlusione intestinale e ascite.

La PIPAC è una nuova metodica adottata al Fatebenefratelli di Benevento che consente, attraverso un approccio laparoscopico mini-invasivo, di somministrare i farmaci chemioterapici tramite aereosol, raggiungendo nelle cellule tumorali elevate concentrazioni e quindi ottenendo una maggiore azione tumoricida.

Questo approccio, che ha il vantaggio di essere ripetibile e di avere una bassa incidenza di effetti collaterali sistemici, consente di controllare la diffusione della carcinosi, di evitare o ridurre la formazione di ascite e, nei casi con migliore risposta, di preparare il paziente ad un intervento demolitivo vero e proprio, la chirurgia citoriduttiva.

Il trattamento, ha continuato la dottoressa Ponzano, è il frutto di una stretta collaborazione con l’Unità Operativa di Oncologia diretta dal dottor Antonio Febbraro. La PIPAC non è un’alternativa alla chemioterapia sistemica ed infatti il più delle volte i due trattamenti vengono attuati nello stesso periodo di tempo come modalità di somministrazione dei farmaci bidirezionale, quindi, sia attraverso la somministrazione sistemica che locale.

I pazienti oncologici, conferma il dottor Antonio Febbraro, richiedono sempre più la messa in atto di strategie multidisciplinari nelle quali la migliore possibilità di cura risiede nell’attuare ogni specifico intervento nel momento in cui questo risulta più efficace per il singolo paziente.

E’ il cosiddetto approccio personalizzato al malato che non viene più preso in carico dal singolo specialista, ma viene posto al centro di un percorso di cura coordinato dal Gruppo Oncologico Multidisciplinare, composto dall’oncologo, dal chirurgo, dal radiologo, dall’anatomopatologo, dal radioterapista, da nutrizionisti e psicologi, che per ogni singolo caso elabora la strategia terapeutica con la maggior possibilità di cura.

I risultati pubblicati nella letteratura sono molto promettenti, ha concluso la Ponzano, pazienti fino ad ora considerati senza possibilità di cura possono avere non solo un beneficio in termini di sopravvivenza ma anche un miglioramento notevole della qualità della vita.