Sant’Agata dei Goti, Comitato Genitori: chiarezza sulla sospensione attività didatta in presenza

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Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato Genitori di Sant’Agata de’ Goti

Così il Comitato Genitori di Sant’Agata de’ Goti: “Il Comitato Genitori di Sant’Agata de’ Goti ha appena protocollato una istanza al Sindaco di Sant’Agata de’ Goti nella quale si chiede che si comunichino chiaramente i parametri e i criteri che informano le decisioni relative alla scuola; che si assumano le future decisioni, in merito alla sospensione o meno delle attività didattiche, tenendo conto del benessere fisico-psicologico degli scolari, delle differenze esistenti nell’ambito delle diverse fasce d’età della popolazione scolastica e tra i vari plessi scolastici presenti sul territorio; che si istituisca contestualmente un tavolo permanente di lavoro sulla scuola al quale sia invitata una rappresentanza di genitori (dei singoli istituti scolastici e del Comitato). Questo a fronte dell’ultima ordinanza sindacale, la n. 211 del 27/11/2020, dalla quale, secondo i membri del Comitato, non si evincerebbero i criteri utilizzati per decidere di sospendere tutte le attività didattiche in presenza sul territorio comunale.

Si legge nell’istanza, che riguarda ordini e gradi che in Zona Rossa prevedono didattica in presenza: “Pur non ignorando i poteri che i DPCM e le ordinanze regionali demandano ai Sindaci relativamente all’adozione di provvedimenti di sospensione delle attività in presenza o di altre misure restrittive, è necessario evidenziare che tali deroghe sono consentite soltanto allorquando nei territori di competenza si verificano “situazioni di peculiare criticità accertate”. Orbene, nella Sua ordinanza non è dato cogliere le gravi motivazioni che giustificherebbero una gravissima decisione qual è quella di prorogare la chiusura delle scuole sul territorio comunale; non è dato, insomma, individuare, in modo chiaro e trasparente, quelle “situazioni di peculiare criticità accertate” che giustifichino l’adozione del provvedimento di conferma della sospensione delle attività in presenza”.

La salute dei nostri figli, ci sia consentito esprimere quella che, forse, è avvertita come una banalità, sta a cuore innanzitutto a noi genitori”, spiegano dal Comitato. “Tuttavia, ai genitori non preoccupa soltanto la salute fisica dei figli bensì la serietà e la completezza della loro preparazione didattica, insieme al loro benessere psicologico che passa necessariamente attraverso lo sviluppo della socialità. Diritti e bisogni che, dalla fine del mese di febbraio, hanno subìto una dolorosa lesione. La decisione di proseguire con la didattica a distanza amplifica, inoltre, le disuguaglianze sul territorio. Infine, molti genitori lavoratori sono costretti ad affidare i bambini ai nonni. Ciò aumenta la condizione di rischio di soggetti appartenenti alle fasce più esposte al rischio sanitario e rispetto alle quali si registra il tasso più alto di mortalità. Ecco, allora, che provvedimenti che sacrificano i valori di cui sopra in nome della tutela della salute rischiano di diventare arbitrari se non sono adeguatamente motivati o se sono motivati esclusivamente dal più volte invocato “principio di precauzione”. Nell’istanza i genitori fanno riferimento  anche al COC, Centro Operativo Comunale, dalle cui indicazioni dipende la decisione dell’amministrazione in merito alle scuole. “Chiediamo, altresì, di conoscere il contenuto delle indicazioni del COC e, prima ancora, di conoscere le competenze individuali, in materia sanitaria, dei membri di tale organismo, ovvero di coloro che influenzano le decisioni relative alla sospensione delle attività didattiche in presenza”.

Non per ultimo, i genitori fanno riferimento alle differenze tra gli istituti del territorio, qualora uno dei essi non fosse in grado di riprendere le attività, non necessariamente questo deve implicare una chiusura di tutti gli altri istituti del territorio. “Siamo fermamente convinti che, nell’adozione delle decisioni, l’Autorità debba far proprio l’insegnamento del Giudice Amministrativo che la invita a differenziare le situazioni che hanno peculiarità diverse e che meritano decisioni diverse”.

Non siamo per la didattica in presenza tout court, fanno sapere dal Comitato. Siamo per una trasparenza delle decisioni, specie se queste riguardano i nostri figli. La politica non deve accontentare uno o l’altro, la politica ha il dovere di prendere decisioni chiare che tengano conto di diversi aspetti. Nella situazione in cui siamo la decisione più semplice è quella di “chiudere” le scuole, senza dati alla mano però, non possiamo anche sostenere che sia necessariamente la più giusta. Viviamo un momento drammatico sotto tanti punti di vista e non possiamo permetterci anche una “guerra” tra genitori. E’ anche per questo che l’autorità competente ha il dovere di mettere tutti in condizione di comprendere in maniera inequivocabile le motivazioni che sono alla base delle proprie decisioni“.