Sull’ampliamento del Telesi@ le sorprese continuano, segno evidente di una ormai acclarata superficialità’ ed approssimazione dell’amministrazione in carica.
Sulla inadeguatezza della localizzazione e progettazione ci siamo già’ espressi – ha dichiarato il capogruppo di Telese Riparte Angela Abbamondi – mentre, alla luce di nuovi elementi emersi, abbiamo presentato una interrogazione finalizzata a sapere se è noto all’amministrazione in carica che l’area del vecchio campo sportivo di Viale Europa, individuata quale sede per l’ampliamento del Telesi@ e la realizzazione del Polo scolastico da parte della Provincia, rientra nel perimetro della concessione mineraria e se è altrettanto noto che in virtù di detta concessione il terreno scelto da Carofano non è nella disponibilità giuridica dell’ente, rientrando per legge nel patrimonio indisponibile.
Sono domande che abbiamo posto nell’interesse della comunità, dell’Ente Comune e delle Terme, al chiaro fine di evitare che si continui a coltivare una procedura inutile, ponendo fine ad una enorme perdita di tempo e di risorse pubbliche, imputabile all’amministrazione in carica, incapace di individuare un terreno idoneo, senza faglia e senza falda.
Se il finanziamento di 4.999.000,00 euro per l’ampliamento, anche nel caso di una eventuale proroga del termine per l’aggiudicazione dei lavori, ad oggi scaduto, è seriamente compromesso, non possiamo e non dobbiamo assolutamente perdere quello di 12.000.000,00 euro per la realizzazione del Polo che può ancora essere salvato trattandosi di una progettazione preliminare. Inutile, infatti, rimarcare che rimane una priorità assoluta la sistemazione definitiva dell’Istituto Telesi@ in una sede solida, sicura per gli studenti ed adatta alle esigenze di una scuola che quotidianamente accoglie i ragazzi di tutta la valle Telesina.
Facciamo, ora, appello al senso di responsabilità di tutte le parti politiche in campo affinché su questa serissima vicenda ci si sieda ad un tavolo ed esaminata bene la questione si trovi una soluzione rapida e condivisa, proponendo alla Provincia una valida alternativa.
Una cosa è certa, se i nostri dubbi e perplessità dovessero trovare conferma, il Comune non potrebbe trasferire ciò che non è trasferibile e Carofano si ritroverebbe ad aver fatto la fine di Totò quando tentava di vendere la fontana di Trevi.
Riceviamo e pubblichiamo