Comunicato Stampa
Nella notte, a seguito di una articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, il personale della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale di Benevento, congiuntamente a personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato di questa Procura, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti di un soggetto di 62 anni di Montesarchio, gravemente indiziato del delitto di violenza sessuale aggravata consumata e reiterata ai danni della giovane nipote e della figlia della seconda moglie, sin da quando erano minorenni.
In fase esecutiva ha collaborato alle attività di arresto e di contestuale attività di perquisizione domiciliare ed informatica la Polizia Postale di Cuneo, località dove si trovava l’indagato. In particolare, le indagini venivano avviate a seguito alla querela sporta dalla giovane nipote, che, con l’assistenza di una psicologa, raccontava nel dettaglio alla Polizia Giudiziaria i ripetuti abusi sessuali commessi dallo zio nei suoi confronti dall’età di sette anni fino ai tredici anni.
Nelle occasioni in cui si tratteneva a dormire a casa degli zii, la notte lo zio la costringeva con violenza a atti sessuali di varia natura.Anche la figlia acquisita denunciava – con dichiarazioni raccolte dagli organi inquirenti con l’assistenza di una psicologa -.di essere stata vittima di violenze sessuali ripetute da parte dell’indagato, marito della madre, iniziate da quando aveva solo otto anni e proseguite nel tempo, anche quando la stessa aveva raggiunto la maggiore età, fino all’autunno del 2023, con modalità identiche a quelle subite dalla cugina.
Nel corso delle attività d’indagine, coordinate dalla Procura ed eseguite dal personale specializzato degli organi di polizia giudiziaria delegati, si procedeva altresì ad effettuare attività di perquisizione e di analisi informatica dei numerosi dispositivi elettronici rinvenuti nella disponibilità dell’indagato, sottoposti a sequestro, da cui emergevano chiari elementi di riscontro agli episodi di violenza sessuale denunciati.
Il GIP, valutata la fondatezza del compendio probatorio raccolto a sostegno delle dichiarazioni delle vittime e condivisa la valutazione prospettata dal PM, ha ritenuto che ricorressero le esigenze cautelari della custodia cautelare in carcere, alla luce della gravità del reato commesso e della personalità dell’indagato, della spregiudicatezza dimostrata e delle modalità di azione, tenuto conto altresì dello stretto rapporto di parentela intercorrente con le vittime. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, cui sono ammessi mezzi di impugnazione e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.