Primi freddi, prime serate avanti al camino. Quando non siamo liberi di muoverci ci rendiamo conto di quanto ci manchi la nostra libertà, la semplicità di ogni movimento, di quelle piccole routine della nostra quotidianità che oggi ci sembrano lontane e preziose. Viaggiare, girare, esplorare, guardare, visitare. Ammirare. Amare. Innamorarsi di tetti e cupole, come quelli di quel piccolo ed elegante presepe che si erge nel nostro Sannio. Un borgo d’altri tempi, ancorato ai riecheggiamenti medievali. E oggi ti chiedo di seguirmi fin qui. A Sant’Agata de’ Goti.
Adagiata su uno sperone di tufo, quando i Romani la videro per la prima volta si resero conto che era perfetta per costruirci il castrum. Furono loro ad accamparsi per primi sulla rocca, inizialmente solo con alcuni soldati veterani, e successivamente formando una colonia dell’Impero voluta da Ottaviano Augusto. Alla base della rocca, si appostavano i nemici nel tentativo di espugnare Sant’Agata. Premiata con la bandiera arancione del Touring Club Italiano, a Sant’Agata de’ Goti ci si può immergere nel vivo del Medioevo, con due strade principali che delimitano l’area cittadina, tra le quali troviamo le case gentilizie con gli orti interni che permettevano alle famiglie di sopravvivere agli anni di assedio. Abitazioni nate nel Tardo Impero, costruite tutte con un muro in comune, in aderenza, per rendere ancora più inaccessibile e inespugnabile la rocca.
Tante le chiese di Sant’Agata, solo nel centro storico se ne contano dieci ricche di affreschi che fanno di Sant’Agata una perla di arte e cultura. Tra queste il Duomo, fondato nel 970, ricostruito nel XII secolo e restaurato fra il 1728 e il 1755; il Palazzo Vescovile, nella piazza del Duomo, è altro monumento degno di nota e di visita. Il suo Salone degli Stemmi, con le effigi di 68 vescovi, che è indicativo del ruolo e dell’importanza della locale diocesi. Negli altri ambienti sono esposti cimeli e suppellettili legati alla vita e alla permanenza di Sant’Alfonso Liguori; la Chiesa di S. Menna, nel cui interno si trova un tappeto di mosaici cosmateschi. Nel territorio di Sant’Agata passa l’Acquedotto carolino (patrimonio UNESCO), che preleva l’acqua alle falde del monte Taburno per giungere fino alla Reggia di Caserta. Altro grande monumento della nostra cultura che però merita un discorso a parte.
In copertina, il centro storico
Giornalista