Il capodanno e i suoi riti nella tradizione popolare

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L’usanza più tipica, alcuni anni fa, era l’eliminazione del male, fisico e morale, accumulatosi durante l’anno trascorso attraverso il lancio di cocci a mezzanotte. Disfarsi della roba vecchia aveva un valore simbolico, in uso soprattutto nelle grandi città, richiamato anche in alcuni film famosi da Totò a Fantozzi, poi proibiti per i danni, spesso, a cose e persone. Gli spari di mezzanotte stanno a significare lo scacciare degli spiriti maligni oltre che esprimere allegrezza e buon augurio per l’anno nuovo. Tutte le forme rituali, praticate a fine anno, hanno soprattutto l’intento di assicurarsi l’abbondanza, il benessere e la felicità per tutto l’anno, ciò si ricerca anzitutto attraverso la scelta dei cibi e dei dolci tipici: la minestra di lenticchie, l’uva passa, richiamano alla mente le monete e la ricchezza.

Un altro elemento propiziatorio è dato dalle strenne, ricevere molti regali accumulerà l’abbondanza per tutto l’anno, presso i romani lo scambiarsi i regali si chiamava il strenarium commercium. In molte regioni, comitive di giovani, andavano in giro cantando la strenna con gli auguri di buon anno e la richiesta di doni. Tra i pronostici si dice che la prima persona che incontreremo per strada sarà di buon augurio se si tratta di un vecchio o un gobbo, invece di disgrazia se ci imbatteremo in un bambino o un prete. La spiegazione sta nel principio di analogia: il vecchio, vuol dire che vivremo a lungo; il gobbo porta sempre bene; il bambino vita breve e il prete porta morte.

In Piemonte era di buon augurio incontrare un carro di fieno o un cavallo bianco. In Romagna i contadini dicono che bisogna fare un poco di tutti i lavori perché così andranno tutti a riuscire bene. In Abruzzo, invece, le donne non devono trascorrere la giornata a riposo perché altrimenti saranno svogliate per tutto l’anno. Un altro pronostico è quello delle calende, per il quale si crede che dal tempo che farà nei primi dodici giorni si potrà prevedere il tempo dei prossimi dodici mesi. I contadini per prevedere quale sarà il prezzo del grano: da una spiga scelgono dodici chicchi che vengono deposti entro un cerchio di brace nel focolare: se il chicco abbinato a un mese salta in avanti, il prezzo del grano in quel mese aumenterà, se all’indietro, diminuirà. Le ragazze, soprattutto, cercano di prevedere se nell’anno nuovo si sposeranno e la condizione economica del futuro marito: in Sardegna, la ragazza getta nel fuoco una fronda di ulivo, se la foglia crepita, segno positivo, se invece si consuma lentamente, la ragazza dovrà aspettare un altro anno. In Romagna si fa la prova dei tre fagioli, uno sbucciato per intero, uno a metà ed uno con la buccia; la ragazza, la sera dell’ultimo dell’anno, li mette sotto il cuscino in un cartoccio, la mattina svegliandosi ne prenderà uno a caso, se sceglierà quello con tutta la buccia sposerà un riccone: altrimenti uno di media condizione e al fagiolo sbucciato, un povero.









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