Il giorno di San Giovanni è il giorno della luce: il giorno in cui, dopo il solstizio d’estate, secondo la tradizione il sole e la luna si sposano, inondando la terra di luce ed energia vitale. Il giorno a cui sono attribuiti poteri mistici.
La notte che precede il 24 giugno è considerata una notte magica dove l’impossibile diviene possibile: tra il 21 e il 25 giugno cade “la mezza estate”. La tradizione vuole che nella notte di mezza estate le persone sognassero la persona che avrebbero sposato. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno le giovinette in attesa di un marito, e anche le donne più in là con gli anni, nella speranza di trovarne uno, andavano nei campi e sradicavano un cardo e lo deponevano sul davanzale della finestra. Al mattino, di buona ora, andavano con grande trepidazione ad osservarlo: se Il cardo era fiorito era buon segno, voleva dire che il marito sicuramente lo avrebbero trovato, se al contrario era invece appassito e inaridito voleva dire che era il caso di mettersi l’animo in pace perché il desiderato sposo, almeno per quell’anno, non sarebbe arrivato.
Una tradizione che William Shakespeare riprende nella famosa commedia Sogno di una notte di mezza estate, scritta intorno al 1595. La storia di due mondi: uno incantevole, popolato da fate ed elfi, e l’altro reale; la notte, dove gli amori intricati trovano la loro soluzione aiutati dalle fate del bosco pieno di misteri e insidie.
Rituali amorosi e svariati riti, per le ragazze in cerca di un fidanzato come, ad esempio, rompere un uovo, separarne il rosso dall’albume e mettere quest’ultimo su un bicchiere, lasciandolo fuori dalla finestra. Se la mattina l’albume sarà ricoperto di bollicine la ragazza troverà in poco tempo un compagno bello, buono e anche ricco.
In Abruzzo era d’abitudine che le ragazze si svegliassero all’alba del 24 giugno per assistere al sorgere del sole, in quanto colei che avrebbe visto il volto di San Giovanni si sarebbe felicemente maritata.
La festa di San Giovanni viene celebra con riti ed usanze popolari che la religione ha creato accorpando due feste pagane, quelle del 24 giugno e del 25 dicembre, rievocanti il solstizio d’estate e quello d’inverno, particolarmente importanti in epoca romana.
Nella notte che precede la festa la rugiada e le erbe stesse acquisiscono facoltà miracolose: rotolarsi sull’erba bagnata tonifica il corpo, rendendolo forte, vigoroso e più attraente e la particolare oscurità di questa notte è ritenuta il momento ideale per raccogliere erbe prodigiose come l’artemisia (il nome farebbe riferimento al greco artemes, “sano”, alludendo alle proprietà medicamentose delle piante del genere; la menta (rimedio antinfluenzale) e l’iperico (può avere effetti sessuali come allungare i rapporti e combattere l’eiaculazione precoce), che volgarmente viene chiamata l’erba di San Giovanni; la ruta, consumata per le sue proprietà contro lo stress e l’ansia, tonificante per le arterie e i vasi capillari, riduce l’infiammazione dell’artrite, la salvia usata contro il mal di pancia; la menta, rimedio contro l’influenza, il rosmarino per contrastare le calvizie.
La pianta più importante da tenere in casa durante questa notte è l’aglio. “Chi non prende aglio a San Giovanni, è povero tutto l’anno”.
Altra tradizione e quella di mangiare le lumache: infatti le due appendici “corna delle lumache” rappresentano le discordie e mangiandole si eliminerebbero le avversità.
Verga, ne I Malavoglia, racconta della tradizione di scegliere, proprio il giorno di San Giovanni per scambiarsi la promessa di essere commari (termine dialettale per madrine). Commari è un termine dialettale che si riferisce alle donne anziane del villaggio, spesso considerate esperte di magia, guarigione e superstizioni. Le persone, ad indicare il legame di comparatico, usavano dire “Tra noi c’è il San Giovanni”, a indicare il vincolo di cognazione spirituale che legava i compari o le comari di battesimo e di cresima ai loro figliocci, e i compari di nozze agli sposi.
La notte di San Giovanni è, anche, resa magica dai mille fuochi, che si accendono in tutta Europa, tradizione antichissima tramandata dai Fenici che adoravano il dio Moloch.
Concludendo, non potevano mancare le “immancabili” streghe invocate e radunate dai fantasmi di Erodiade e Salomè, autrici della decapitazione del santo: il rituale di San Giovanni si compie soprattutto nella notte tra il 23 e il 24 giugno, considerata la “Notte delle streghe”. Le streghe si davano appuntamento per un grande Sabba per poi andare in giro a catturare anime.
Questi sono solo alcuni dei riti intorno alla notte di San Giovanni, ne esistono a centinaia e non solo italiani, quello che resta è che la tradizione vede San Giovanni protettore dalle influenze malefiche, assicurando la rinascita della luce.