Il Matese, una ‘montagna d’acqua’

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Alcuni giorni fa è stata riproposta una trasmissione RAI dove il presentatore definiva i monti del Matese come una ‘montagna d’acqua’. Una definizione, ancor prima che “poetica”, quanto mai veritiera per la natura del Matese che nelle sue cavità profonde conserva e nasconde una gran quantità di riserve acquifere da cui si originano le centinaia di rivoli destinati a diventar fiumi che bagnano le terre a valle.

Il Lete, per la sua natura, la sua storia e la sua importanza, è sicuramente il fiume più importante fra tutti: nasce nella pianura detta delle Secine (nome con cui viene chiamata la segale, il principale cereale coltivato sul pianoro). Venendo da Lago Matese, si incontra il sito pianeggiante percorrendo la strada per Gallo Matese. Una fonte, in mezzo ai prati, chiamata ‘Capo Lete’ da inizio a un rivolo che poco più avanti già assume la forma di un fiumicello sinuoso che corre in mezzo ai campi disegnando piccole anse dove, lungo le sponde, i salici offrono frescura e riparo.

Ai più piace pensare che il Lete sia l’antico Ete di cui parla Virgilio nel VI libro dell’Eneide nel quale si bagnano le anime dei Campi Elisi quando devono reincarnarsi, e anche Dante Alighieri, nel Purgatorio, immagina che in questo fiume, situato nel paradiso terrestre, si lavino le anime purificate prima di salire in Paradiso, per dimenticare le loro colpe terrene.

Il fiume, dopo aver raccolto altri e numerosi rivoli, scende a valle nei pressi di Prata Sannita e da qui attraversando l’abitato di Pratella, dove buona parte delle sue acque vengono imbottigliate per una nota ditta di acque minerali, raggiunge il Volturno.

Dal versante matesino che s’affaccia su Cusano Mutri, scende a valle il Titerno: più che un fiume, un torrente dalla portata irregolare soggetto agli andamenti atmosferici e alla presenza di sempre meno neve che ricopriva nel passato, abbondante, la sommità dei monti. Nasce dalle sorgenti Petrosa e Crocella, site a 1200 m di quota e dal torrente Acquacalda ai piedi del monte Pesco Rosito in territorio del comune di Pietraroja. Scendendo a valle si può notare come la sua portata, nel passato, dovesse essere di gran lunga superiore a oggi; infatti la forza erosiva delle acque ha disegnato le conosciute Gole di Caccaviola, una “Forra”, scavata nella roccia di natura calcarea.

Proprio la natura calcarea dei Monti del Matese dà luogo a cavità sotterranee che hanno stipato e continuano a conservare la preziosa acqua che si riversa a valle. La natura calcarea è manifestata dalle numerose fenditure, dalle caverne che la gente del posto chiama “grotte” e dal fenomeno delle doline come si possono ammirare ad esempio sul Monte Pugliano che si affaccia sulla Valle Telesina. Il Titerno dopo un corso di circa 25 km sbocca nel Volturno come il Lete.

Alcuni corsi d’acqua apparentemente ritenuti inferiori, per portata e quantità rivestono al contrario particolare importanza come il Cervillo, che portava l’acqua all’antica Telesia, o il Seneta, che attraversa l’odierna Telese: entrambi nascono su i monti di Cerreto nella zona denominata ‘La Leonessa’ per la presenza di un masso di natura erratica che nella sua forma ricorda un leone dalla folta criniera.

Non poteva mancare un torrente che ricordasse le famose Janare come l’omonimo corso d’acqua che scorre tra San Lorenzo Maggiore e San lupo venendo giù da Monte Coppe passando, proprio, sotto il ponte delle Janare.

L’acqua sul e soprattutto nel Matese è presente in modo massiccio come attestato dalle numerose sorgenti che ricoprono il territorio; fonti, abbeveratoi, cannelle, fossi hanno alimentato uomini e animali per secoli, solo a cercare nel territorio a monte di Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi troviamo: Fonte Spina, Fontana Santa Maria, Fontana Creta Rossa, Fontana Fossa delle Coppe, Sorgente Pantanelle, Fontana di Ambre, Fontana Noce, Fontana Cenzo, Fontana Ciarleglio, Fontana Arule, Fontana Abbeveratoio, Fontana Macolino, Fontana Colle Tonno, Sorgente Acqua Fabbricata, Fontana Pescaserta, Fontana della Sorgenza. Le fontane da sempre hanno dissetato gli uomini come gli animali e speriamo continuino a farlo ancora a lungo.









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