La Real Colonia di San Leucio e Ferdinando IV di Borbone, il re socialista

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Foto tratta da mediovolturno.guideslow.it/real-borgo-san-leucio

Nel 1789 Ferdinando IV di Borbone emanò lo Statuto di San Leucio, meglio conosciuto come il Codice leuciano, una raccolta di leggi che regolamentava la Real Colonia di San Leucio, sorta sulla omonima collina e adibita alla lavorazione industriale della seta. Il testo interpretava ideali di uguaglianza sociale ed economica, e poneva grande attenzione al ruolo del lavoro, della famiglia e della donna, tanto da sancirne l’uguaglianza con gli uomini per la prima volta nella cultura occidentale.

Una piccola società fondata sul lavoro, sulla pari dignità tra i lavoratori e sul merito: tutti dovevano vestire allo stesso modo, la dote veniva regalata dal sovrano; per vedove, orfani e invalidi vi era una cassa di mutuo soccorso comune; i bambini a partire dai sei anni dovevano andare a scuola per imparare a leggere, scrivere e far di conto. Lo studio prevedeva la matematica, la letteratura, il catechismo, la geografia, con la differenziazione tra economia domestica per le allieve ed esercizio ginnico per gli allievi.

I giovani, compiuti 20 anni per gli uomini e 16 per la donna, dopo aver acquisito l’attestato di provetti nell’arte della seta, potevano sposarsi anche senza il consenso dei genitori perché era vietata ogni interferenza di questi negli affari di cuore dei figli e non era necessario avere una dote per sposarsi, dato che era il re stesso a provvedere alle nozze e a fornire agli sposi l’abitazione. Le case, ancora oggi abitate, erano costruite secondo regole igienico-sanitarie precise: possedevano acqua corrente e servizi igienici.

Un sistema di assistenza sociale e sanitaria, straordinariamente avanzato per l’epoca, prevedeva una “casa degli infermi” per i malati e un’annuale vaccinazione dei giovani contro il vaiolo. L’assistenza medica era gratuita e i funerali erano a carico della comunità. I cittadini di San Leucio avevano il dovere di versare un obolo per un fondo cassa destinato all’assistenza medica e farmacologica.

La giustizia era esercitata da organi eletti dalla comunità stessa: nel giorno di San Leucio, ogni anno venivano scelti cinque anziani chiamati “Seniori del Popolo” che dovevano derimere tutte le controversie civili.

Mentre in Inghilterra l’industrializzazione costringeva operai e bambini a turni di lavoro disumani, a San Leucio gli operai lavoravano otto ore al giorno e il salario era adatto al mantenimento dignitoso delle proprie famiglie.

Benedetto Croce sostenne che la comunità ideale di San Leucio fosse stato solo un “capriccio” del re e i Savoia, con l’Unità d’Italia, misero fine all’esperimento. Ma lo spirito del codice leuciano resta ancora oggi vivo negli abitanti di San Leucio e varcate le porte d’ingresso si respira ancora un’atmosfera di pace e serenità come dovette essere al tempo.