Lo “ius primae noctis”, pratica medievale del sistema feudale

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La parte peggiore della società feudale vedeva un sistema sociale fondato sulle ingiustizie, lo sfruttamento e soprattutto la mancanza di ogni diritto presso le plebi contadine. Dal XII al XVII secolo vi è traccia di un uso feudale di natura obbrobriosa ed ignobile: lo ius primae noctis (diritto della prima notte), una locuzione di origine latina che sta ad indicare il presunto diritto del signore feudale di sostituirsi al marito nella prima notte di nozze.

Per quanto, in realtà, non esistano fonti certe che dimostrino l’effettiva esistenza di un simile diritto, lo storico francese Jacques Marcereau nella sua Historia des rites sexuels, racconta come lo Ius fosse diffuso, non proprio come diritto del signore, ma esso si inquadrasse nei riti della “deflorazione” che rimandavano, più in generale, ai “riti di passaggio” di natura sessuale praticati fin dalla notte dei tempi presso numerose popolazioni.

I riti di passaggio segnavano la fine dell’età infantile e l’entrata nel mondo degli adulti, quelli di iniziazione sessuale avevano particolare importanza al fine del raggiungimento e consolidamento dell’identità e del ruolo sessuale. In Francia, un documento del 1538 ritrovato nella cittadina di Bigorre negli Alti Pirenei, recita: “Tutti coloro che intendono dar marito alle proprie figlie sono obbligati a presentarle prima al Signore di Bigorre a ciò che egli ne tragga in occasione della prima notte di nozze, il proprio piacere”.

Quando gli studiosi di giurisprudenza cominciarono a raccogliere materiale intorno alle tradizioni ed ai costumi, scoprirono che questo diritto era percepito come una tassa che poteva essere trasmessa o ceduta da un beneficiario ad un altro. Infatti, nel 1507 i monaci del monastero di San Teobardo, in seguito a una eredità, vennero a trovarsi beneficiari di un diritto di deflorazione sulle ragazze di Montauriol (comune francese nel dipartimento dei Pirenei Orientali nella regione dell’Occitania). Più tardi, nei secoli, il diritto fu convertito in un pagamento a moneta e in alcuni casi in un invito al pranzo di nozze.

Nella cittadina medioevale di Anticoli (Fiuggi) fu ritrovato un pozzo denominato “Pozzo delle vergini” al cui interno i resti ossei di giovani fanciulle, secondo una leggenda del luogo, rimandavano al barbaro sopruso dello Ius praticato dal feudatario Pietro Morgani.

Racconta la leggenda che all’inizio del XVI secolo, nel 1517, il feudatario puniva con la morte le giovani donne che si erano concesse ai propri sposi prima che lui avesse potuto vantare il proprio diritto di Jus primae noctis. Il pozzo, profondo una decina di metri, lungo le pareti presentava numerose lame che dilaniavano il corpo della malcapitata nel suo precipitare a fondo.

Sempre la leggenda, racconta la fine del feudatario e dell’orrendo sopruso: “Una donna di Anticoli, una certa Maria Terrinoni, dovendo sua figlia andare a nozze ed avendo il Morgani avanzato il diritto di Jus sulla ragazza, si sostituì alla figlia e approfittando che il feudatario versava nei “fumi dell’alcol”, al momento di giacere con questi lo assassinò a colpi di pugnale”.