Sesso e sessualità dal Medioevo al Rinascimento

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Immagine tratta da Fototeca Gilardi

Le famiglie nel medioevo erano numerose: da otto a quindici figli. La famiglia di Santa Caterina da Siena era composta da venticinque figli, di cui lei era la penultima nata da parto gemellare. Il matrimonio avveniva in età giovanile, le donne si sposavano sui 14-15 anni, contraevano matrimonio più volte perché i loro sposi spesso erano anziani e quindi le lasciavano vedove ancora giovani. Se la sposa superava i 12 anni non aveva bisogno del permesso dei genitori. Sant’Agostino, verso il 384, abbandonò la sua concubina per sposare una donna di soli 10 anni ma poté perfezionare il matrimonio solo quando questa ebbe compiuto 12 anni.

La vita media intorno all’anno Mille era di 40 anni, il precoce invecchiamento e morte del coniuge aveva dei chiari riflessi sulla sessualità e sulle pratiche amorose. Dal Medioevo al Rinascimento cambia l’idea dell’uomo e più in generale dell’umano, l’immagine della donna si libera da pregiudizi, credenze, superstizioni e cambiando l’uomo, cambiano anche le sue pratiche erotiche. Nel corso del Cinquecento la donna viene rappresentata come naturalmente incline alla lussuria, perde la sua aurea mistica di “madonna” e si trasforma in “dama” pronta a soddisfare le voglie maschili, più tardi Giacomo Casanova la trasforma in una preda pronta a soddisfare le voglie maschili, ma anche le proprie.

Caterina Sforza, moglie di Giovanni dalle Bande Nere e Signora di Forlì, scrisse un libro di “Experimenti” ricette cosmetiche e gastronomiche per migliorare la resistenza sessuale e a sfondo afrodisiaco. Come ottenere un membro ultra: “virga asini exiccata, testiculi di cervio, somità de la coda de la volpe, testicoli dei galli ch’ancora non calcano le galline, grasso di vipera, sterco di fagiano, genitali di toro”. Per analogia, nulla poteva superare l’efficacia terapeutica del corpo umano, vivo o morto, l’uomo era un serbatoio di risorse: carne, sangue, sperma, urina, unghie, capelli, ossa, con cui si preparavano filtri d’amore e ricette stregonesche.

 Per Dante, la senectute cominciava a 46 anni. Nel Convivio egli descrive le quattro stagioni della vita: Adolescenzio, Gioventute, Senettute e Sennio. Nel Purgatorio, Dante sembra riprendere la tesi che voleva la masturbazione un’attività a rischio. Secondo Ippocrate, il malcaduco, la fuoriuscita di seme, era valutata equivalente a quaranta volte la perdita di sangue. Lo spreco di liquido seminale viene condannato ancora oggi con la raccomandazione di non farne abuso a fronte di cali o perdita della vista e per gli atleti l’astenersi da pratiche amorose prima delle gare per non perdere di vigoria. Alessandro Petronio, archiatra (parola misteriosa di cui si chiedeva il significato l’altra sera in TV), al servizio di Papa Gregorio XIII ( archiatra= medico personale del Papa), raccomandava il libero coito dall’anno 21 fin al 35, poi sempre più parco fino all’astenersi dopo l’anno 63. Lo stesso Petronio raccomandava un prodotto farmaceutico la cui base principale è estratta da una pianta corrispondente alla famiglia delle orchidee e che si consumava sotto forma di confetto. L’antenato della nostra pillola blu?