Quando eravamo bambini, una delle paure che veniva paventata dai nostri genitori e dai nostri nonni per farci stare buoni ed ubbidienti era: “Esce Mammone!”. Mammone o ‘u Mommone: un personaggio che abitava nell’immaginario collettivo, che a sentirlo nominare metteva tanta paura, che pensavamo mitico, fantasioso, raccontato di padre in figlio, da nonno a nipote. Ma chi era costui?
Mammone era un brigante confluito nell’esercito borbonico. Gaetano Mammone di Sora, in provincia di Frosinone, di professione mugnaio: divenuto capo del mandamento di Sora, in soli due mesi fece fucilare 350 persone, cosa che gli valse fin da subito la fama di uomo spietato e crudele.
Una crudeltà senza pari: lo storico Vincenzo ricorda Cuoco che si nutrisse di sangue umano, che beveva dagli infelici che faceva scannare, e dal suo corpo dopo essersi salassato, sorseggiando da un cranio umano. La sua fama cresceva a fronte della sua crudeltà: creava forme di tortura abominevoli, le sue carceri erano luoghi orribili dove si scontavano pene inenarrabili. Lui stesso si dilettava a torturare i prigionieri sui quali sfogava ogni barbarie godendo dei lamenti e delle sevizie procurate ai malcapitati.
Pranzava avendo sulla tavola le teste grondanti di sangue degli infelici; durante il pasto faceva portare dei briganti che uccideva per piacere del convivio; si racconta che una volta, mentre sedeva a pranzo, aveva legato un giovane sul tavolo al quale, attraverso un tubo di vetro introdotto in una arteria, succhiava il sangue. La sua crudeltà si scaricava soprattutto sulle donne, nude, vilipese, ingiuriate: venivano portate al rogo e bruciate su enormi fuochi. La carne delle poverette veniva consumata sul pane e se ne vendevano anche pezzi alla brace. Molti luttuosi avvenimenti furono imputati a Mammone che commise crimini di ogni sorta e questo gli valse una fama che ha travalicato i secoli facendone l’uomo nero che ha abitato il nostro mondo infantile tenendo tutti, al solo nominarlo, zitti e buoni.
“Si vene ‘o mammone
E si vene ‘o mammone
Chiudimmo ‘a porta”
Pino Daniele