Annibale Mancinelli, artista originario di Guardia Sanframondi, lo scorso luglio è stato insignito del Premio Eccellenze stilistiche 2021, “per la sua creatività e per la tutela del patrimonio artistico”. Si tratta di una onorificenza riconosciuta dal periodico d’arte Art Now della sede di Palermo. Dopo la pubblicazione di un bando di concorso, la rivista ha selezionato il dipinto Via col Vento a Otranto, recentemente realizzato su tela in acrilico, ove sono espressi tre elementi della natura: la luce, il vento, l’acqua. Un omaggio alla moglie Luisella, nato a seguito di uno scatto fotografico, che è raffigurata mentre è intenta a parlare al telefono con la figlia Emanuela. Il dipinto è stato altresì pubblicato sulla rivista sopra citata. Un ulteriore motivo di orgoglio per un cittadino guardiese, che ormai da anni risiede a Roma, artista per hobby e per passione. Intensa l’attività artistica svolta nell’ultimo anno da Mancinelli, nonostante restrizioni e distanze, a causa della pandemia. Ma l’arte non si ferma e anch’essa intraprende le vie più brevi, distanziate e certamente più moderne, caratterizzate dal digitale.
Ancora prima della suddetta onorificenza, il 7 luglio scorso, Mancinelli è stato invitato a Palazzo Borghese di Firenze per il ricevimento del Premio Dante Alighieri, consistente in una pregiata targa personalizzata, a seguito della pubblicazione di una sua opera ammessa nel numero di giugno/luglio della rivista Art Now, in occasione della cerimonia di premiazione dei premi della critica Vita Nova, in concomitanza con il Festival Cultura e Identità di Casale Monferrato. L’iniziativa è partita quando la critica d’arte, referente di Art Now di Palermo, dott.ssa Belinda Dagnino, gli ha proposto di partecipare al concorso.
Il dipinto scelto da Annibale Mancinelli per il concorso è stato un ritratto, realizzato nel 2017, raffigurante il prof. Federico Caffè, docente di Politica Economia, professore e formatore, maestro accademico e di vita dell’artista guardiese. Un nome altisonante nel mondo dell’economia, già docente accademico del premier Mario Draghi, di Ignazio Visco, e consulente della Banca d’Italia, uno dei principali diffusori della dottrina keynesiana in Italia, caposcuola della Teoria del Benessere. che ha lasciato un ricordo molto vivo nel cuore di Mancinelli. Un rapporto nato tra aule e dipartimenti dell’Università il cui ricordo è rimasto vivo e intatto in lui. “Un uomo dall’alto valore didattico – racconta l’artista – Il suo senso dell’insegnamento, il rigore, l’approccio analitico sono valori per me indimenticabili. Uno dei suoi ammonimenti più importanti, suo sprone, era quello di non perdere mai di vista il buono. Ogni buon provvedimento, diceva, deve puntare alla riduzione della povertà, al miglioramento del welfare e al benessere sociale”. Uno dei suoi più importanti obiettivi era, altresì, la radicale trasformazione di sistemi che, se realizzati, avrebbero sconfitto la controrivoluzione liberista.
Il ritratto che Annibale Mancinelli ha dedicato al prof. Caffè è stato realizzato proprio per lo smisurato affetto provato per il compianto docente, che va ad alimentare il vivo ricordo, nei confronti dell’indimenticato maestro di vita. Un docente che, nelle sue lezioni di economia, spaziava su argomenti quali la musica, la storia, la letteratura. Un rapporto rimasto vivo nel tempo, anche dopo la laurea di Mancinelli, in seguito divenuto dipendente del Crediop. Un rapporto di reciproca stima, affetto e tanta fiducia. Poi il buio. Come si evince da Wikipedia “un aspetto ancora irrisolto della vita di Federico Caffè è la sua misteriosa scomparsa dalla sua casa di via Cadlolo, un’elegante strada di Monte Mario, avvenuta il 15 aprile 1987. Caffè, che viveva con il fratello Alfonso, professore di lettere all’Istituto Massimo di Roma, aveva da poco raggiunto i limiti d’età per l’insegnamento universitario ed era ormai professore fuori ruolo. A uno dei suoi più vecchi amici, il professor Carlo Ruini, aveva rivelato in una lettera di essere in ansia per le sue condizioni finanziarie che, sosteneva, sarebbero state insufficienti ad affrontare la vecchiaia. In realtà fu poi appurato che l’economista non aveva alcun ragionevole motivo, almeno di tipo economico, di temere per il futuro. A un suo allievo confidò in più occasioni quanto fosse per lui doloroso smettere d’insegnare. All’allievo Daniele Archibugi, che conosceva sin dalla nascita essendo stato testimone di nozze dei suoi genitori, aveva chiesto addirittura di aiutarlo a suicidarsi. Federico Caffè scomparve all’alba”. Eppure, le ipotesi sulla sua scomparsa sono varie. Alcuni parenti parlano di un’azione volontaria, escludendo un omicidio o un incidente, compiuta con gli accorgimenti necessari a non lasciar tracce, mentre altri parlano di un allontanamento come in una sorta di esilio. L’economista Bruno Amoroso, allievo e amico dell’inestimabile professore, nelle ultime righe delle sue Memorie di un intruso, rivela di averlo frequentato dopo la sua scomparsa, quando decise di abbandonarsi alla meditazione in un convento, lontano da tutti.
Giornalista